Scuola lombarda o scuola dell’autonomia?

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Venerdì 9 marzo 2012 presso il Palazzo della Pirelli, Sala del Gonfalone, in Via Fabio Filzi, 22, la II Conferenza regionale sulla scuola del PD Lombardo dal titolo “Scuola lombarda o scuola dell’autonomia?”.

Anche la nostra Associazione è stata invitata ad intervenire con un proprio contributo. Pubblichiamo l’intervento della Presidente Regionale AIMC Disma Vezzosi.

 

L’AIMC, Associazione Italiani Maestri Cattolici, operante ininterrottamente sul territorio della regione Lombardia fin dalla sua fondazione, ha da sempre avuto a cuore la formazione dei professionisti della scuola, insegnanti e dirigenti, considerati i veri protagonisti del cambiamento e dell’innovazione scolastica e parte importante del successo formativo del sistema di istruzione e di formazione.

 

 

Come Associazione, oltre che come singoli professionisti di scuola, ci sentiamo sollecitati dalle urgenze che la scuola d’oggi pone, per dare risposte adeguate alle necessità formative delle nostre giovani generazioni.

Nell’ottica delle tematiche toccate nel presente dibattito ci preme richiamare alcune sottolineature che riteniamo importanti e necessarie per dare un nuovo volto alla scuola.

•    C’è bisogno di una scuola della comunità, riconosciuta come bene di tutti e per tutti, di cui si faccia realmente carico la società civile. Una scuola che sia il frutto di larghe intese e non in balìa di questo o quel governo politico, nazionale o regionale che sia: pur nella necessaria flessibilità e nell’inevitabile cambiamento, occorre dare al sistema scuola, formato dalla scuola statale e paritaria, una significativa continuità, magari cominciando a rendere piena e reale l’autonomia dichiarata.
Le novità introdotte dal Titolo V interpellano la comunità civile, che deve sentirsi ancor più chiamata a creare cultura, a condividere linee educative, a governare i processi del sistema scuola, ad assumere le necessarie responsabilità educative e formative, nell’ambito di un quadro generale che garantisca un’unità di fondo ed uguali opportunità a famiglie, alunni e studenti, insegnanti e dirigenti.
•    Occorre che la scuola maturi un dialogo aperto e costruttivo con il territorio, sia per la condivisione di un patto educativo, sia per uno scambio di opportunità e risorse: scuola e territorio sono intrinsecamente legati, non solo perché geograficamente presenti nello stesso luogo, ma perché sono vicendevolmente una risorsa dell’altro.
•    Comunità civile e istituzione scolastica devono riconoscere il primato educativo della famiglia, sia nella dichiarazione di diritti e doveri, sia nei fatti concreti: alle famiglie occorre riconoscere una reale possibilità di conoscenza e scelta dell’Offerta Formativa delle varie scuole.
•    A tale riconoscimento è legata anche l’effettiva assunzione di un sistema integrato di scuole, statali e paritarie, percepite tutte come bene e servizio pubblico con una sostanziale parità di accesso e con la generalizzazione di processi di rendicontazione sociale. Serve un reale impegno per tutta la scuola, alla quale chiedere, indipendentemente dalla sua natura, un’effettiva assunzione di responsabilità nei confronti del bene comune.
Tale impegno per tutta la scuola è particolarmente necessario in Lombardia, dove l’offerta scolastica è molto variegata e ricca.
•    È necessaria una particolare cura e valorizzazione della professione docente, considerata unica nella sua funzione, anche se articolata nei diversi ordini di scuola. Cura che si traduce in un’attenzione formativa che accompagni tutto l’arco della professione.
Infatti, se la formazione iniziale dev’essere frutto di un’attenta azione finalizzata a formare le diverse competenze necessarie alla professione docente (da quelle disciplinari a quelle didattiche, da quelle relazionali a quelle cooperative, …), non minor cura deve avere la formazione in servizio, vista nell’ottica di un necessario aggiornamento, di una riflessività sull’agire scolastico, con particolare attenzione all’azione didattica, per attuare un percorso di continuo miglioramento.
Da qui la necessità di riconoscere il dovere formativo dei docenti, a tutti i livelli, e di considerare l’impegno associativo come cura della professione (il riferimento è alle Associazioni professionali di categoria presenti ed operanti nelle diverse realtà del nostro territorio).
•    Il reclutamento, attualmente oggetto, in Lombardia, di un disegno di legge che in via sperimentale vorrebbe sondare nuove possibilità rispetto a quelle in vigore, non dev’essere mera azione di un momento, ma frutto di un percorso che tenga in stretta connessione l’idea di scuola e il profilo professionale con le procedure di assunzione del personale.
Per sapere di quali docenti e dirigenti abbiamo bisogno (cioè per “selezionare” il personale) occorre che rispondiamo prima ad alcune domande:
–    Quale scuola per i nostri ragazzi?
–    Quale insegnante e dirigente per questa scuola?
–    Quali nuove figure professionali?
Si ritiene sempre più indispensabile individuare nuove articolazioni professionali per rispondere alle emergenti necessità della scuola, sia sul piano organizzativo che didattico. Si propongono figure che rivestano ruoli nuovi o già in parte esistenti, ma da riconoscere come necessità di sistema a cui assicurare risorse finanziarie ed umane costanti, in base a competenze verificate in partenza e valutabili in itinere. Facendo solo alcune esemplificazioni queste figure potrebbero essere docenti che, pur mantenendo un monte ore di insegnamento, si dedicano al coordinamento della programmazione, curano gruppi di ricerca didattica, si incaricano di mantenere i contatti con il territorio, coordinano la progettualità e l’attuazione dell’Offerta Formativa, ….
•    Non può essere taciuta anche la necessità di dotare la scuola di un sistema di valutazione che abbia come obiettivo primario la crescita professionale, il miglioramento dei processi di insegnamento/apprendimento, la rendicontazione sociale. Non interessa una valutazione legata alla premialità, alla selezione o alla penalizzazione. Una recentissima Ricerca condotta dall’AIMC sul territorio nazionale, a cui hanno partecipato molti insegnanti e dirigenti lombardi, ha evidenziato che la valutazione dell’insegnamento dev’essere finalizzata allo sviluppo della professionalità per migliorare la qualità dell’offerta formativa e innalzare gli apprendimenti degli alunni. Gli insegnanti interpellati hanno sottolineato l’importanza di una valutazione attenta alla competenza didattica e ai processi di insegnamento-apprendimento, nella convinzione che la professionalità docente possa incidere sulla qualità della scuola attraverso la diffusione di buone pratiche. La via da percorrere, per assicurare attendibilità e significatività alla valutazione, passa attraverso la ricerca dell’equilibrio tra valutazione interna ed esterna. 

Nel porre mano ai cambiamenti strutturali del sistema scuola, in modo particolare rispetto all’attuazione del Titolo V, è sempre più necessario tener conto della voce della scuola, che va interpellata e posta nelle condizioni di poter svolgere con competenza e adeguate risorse il proprio compito educativo.

 

Scuola lombarda o scuola dell’autonomia?ultima modifica: 2012-03-10T23:50:44+01:00da aimc-milano
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