L’ETA’ E L’USO DELLO SMATPHONE

smartphonedi Giampaolo Zapparoli

In questi mesi stiamo assistendo ad una varietà di atteggiamenti in ordine all’uso dello smartphone nella scuola secondaria: alcuni Dirigenti ritirano il device degli alunni all’ingresso della scuola, altri ne consentono l’uso scommettendo sulle possibilità educative dei cellulari, Solitamente i genitori sono favorevoli al loro ritiro fino al punto di formare un’associazione di genitori che propendono per il loro ritiro . Altri invocano una educazione al suo utilizzo antecedente alla consegna del cellulare ai figli. La disinformazione e la varietà degli atteggiamenti sono elevate, infatti mancano studi adeguati sul tema., ma una ricerca è stata effettuata nel 2021 dall’Università Bicocca di Milano proprio “Sull’età dello smartphone” Si tratta di una indagine statisticamente corretta su 3600 studenti (1586 maschi e 1699 femmine ) di 18 scuole secondarie di Milano, Monza e Brianza..

L’indagine si è svolta su tre settori:
-A che età hai ricevuto il tuo primo smartphone
-.Qual è la tua competenza digitale
-Quali sono stati i risultati dei test Invalsi del 2018.

L’esame del report intende misurare i tre fattori indicati con i seguenti dati relativi alla consegna del primo smartphone ai figli:
ad 8 anni o prima: l’8%
a 10 anni: il 10%
a 11 anni :il 30%
a 12 anni il 30%
a 13 anni ed oltre il 22 %

I risultati che ci accingiamo ad esaminare hanno valore non solo per la variabile età, ma anche e soprattutto per le indicazioni preziose che danno sull’uso corretto dello strumento. Da qui indirettamente si desumono le linee di un progetto educativo all’uso del cellulare. Su tale campo non esistono studi adeguati, tranne questa ricerca dell’Università Bicocca.

L’indagine prende in esame il livello del titolo di studio dei genitori degli studenti:

-scuola media il 12%:
-diploma di scuola secondaria l’18%
-laurea il 7%

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Giornata mondiale degli insegnanti 2022

documento

In occasione della Giornata Mondiale degli insegnante 2022 l’AIMC dell’Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto hanno inviato a tutti i docenti e dirigenti scolastici il Documento “Scuola dove sei? A caccia del tesoro. Un messaggio di vicinanza e di augurio per essere veri testimoni di cultura, di educazione e di relazioni sociali. Ecco il testo:

Le PIETRE PREZIOSE che costituiscono il tesoro scuola:
La nuova via antropologica pone al centro l’educazione alla bellezza, estetica ed etica: nella scuola valorizza lo stare insieme, l’incontro con gli altri, la prossimità, sperimenta un modo di vivere sostenibile e matura il rapporto positivo tre le persone, con la natura e con l’ambiente.

La scuola è luogo di accoglienza, di relazione, di ricerca, di inclusione, di attenzione al benessere, di apertura senza confini.

La scuola è capace di elaborare una significativa pedagogia volta alla formazione
di ciascuno e alla maturazione del senso civico.

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Quale futuro per la scuola (pubblica)

Immagine

libro manzini.jpgPresentazione del libro di Gianni Manzini

QUALE FUTURO PER LA SCUOLA (PUBBLICA)
Ed. Rosemberg & Sellier
Lunedì 25 novembre 2013 ore 17.00 Via S.Antonio 5, Milano (MM1 Duomo, MM3 Missori)

Intervengono:

Renata Viganò Ordinario di Pedagogia Sperimentale all’Università Cattolica;

Enrico Lenzi Giornalista di Avvenire;

Gianni Manzini già Sottosegretario Ministero Pubblica Istruzione.

Partecipano i responsabili di: A.I.M.C., U.C.I.I.M., A.N.A.P.S., F.I.S.M.

Il volume sarà disponibile presso la libreria In Dialogo, stessa sede.

Per conferma e info: giuseppebonelli@fastwebnet.it

Batti un cinque

batti 5 2.jpgll decanato Caritas di Lissone che comprende i comuni di LIssone, Biassono, Mascherio, Sovico  e  Vedano  per far fronte alla grave crisi economica in atto ha deciso si istituire un fondo che possa aiutare chi ha perso il lavoro a riqualificarsi tramite dei corsi di formazione professionale.

L’iniziativa “batti un cinque” permette, con un contributo minimo di  5€  mensili, di contribuire alla costituzione del fondo per la riqualificazione professionale.

Volantino

La tradizione della fede e il riscatto dell’educazione

pierangelo sequeri,scuola,insegnamento,docenti,dirigenti scolastici,associazione,aimc,chiesa,educazione,fede«A noi cristiani è rimasto un unico segmento di iniziazione, la scuola. Non siamo più in grado di affrontare i nostri figli, ma essi vanno affrontati, ed è il nostro lavoro per onorare la serietà di quello che abbiamo loro consegnato. E non siamo neppure più in grado di proteggerli, eppure dobbiamo proteggerli. Ora, il segmento scolastico è l’unico punto di iniziazione che ci è rimasto, ed è strategico. In esso il cattolicesimo deve porre i migliori. I ragazzi non lo ammetteranno mai, ma se incontrano un insegnante competente e creativo, attraverso qualsiasi materia scolastica si potrà introdurre il giovane nell’umanità del mondo, persino nello Spirito Creatore del mondo. I ragazzi non aspettano altro, anche quelli che giudichiamo molto distanti. Nel segmento scolastico bisogna però inserire i migliori, allenarli affinché diventino professori di scuola e di università. Bisogna rinforzare il segmento scolastico perché è più strategico di quello del divertimento e del tempo libero. L’impianto disciplinare costringe in qualche modo ad occuparsi dell’oggetto e non di sé. Gli oggetti della vita e del pensiero sono straordinari, per essi necessita un autentico innamoramento e questo è un enorme antidoto. Là dove la scuola possiede tale forza, la pervasività del sistema viene arginata. Solo in questo modo si può incrinare il suo potente sistema omologatore. Bisogna invadere l’istituzione pubblica con alta qualità individuale. Oggi conta l’autorevolezza del singolo. È necessaria una grande passione educativa, e in questo settore abbiamo delle concrete possibilità. I migliori vanno assegnati a questo obiettivo a breve termine. Questo, lo ripeto, è un elemento strategico perfettamente compatibile con il progetto cristiano, perché è ancora in grado di resistere a quell’effetto di omologazione che, se non contrastato, è destinato ad invaderci quasi senza accorgercene. La considero una sfida appassionante, genuinamente cristiana e cattolica, perfettamente allineata a quella tradizione del cattolicesimo che non ha mai snobbato l’istituzione e che da sempre sa che la grazia e l’istituzione operano insieme. La grazia produce entusiasmo, ma il lavoro si può portare a compimento unicamente intrecciando l’operato delle due componenti atte a generare il successo» .


Pierangelo SEQUERI, La tradizione della fede e il riscatto dell’educazione, in A. BOZZOLO – R. CARELLI (ed.), Evangelizzazione e educazione, 452-462: 461.

«Negli ultimi tempi, noi stessi abbiamo mancato di rigore e di slancio, in contrasto con la grande tradizione europea, e anche italiana, di insegnanti cristiani di personalità solida, passione educativa e competenza impeccabile. La scuola è l’unico segmento istituzionale di iniziazione ad un umanesimo condiviso che sia rimasto. Tutto il resto è “fai da te”, peer group, media-video. È un nodo strategico e i ragazzi, sfiduciati e sfilacciati come sono, si aspettano moltissimo: non appena compare un insegnante come si deve, la polarizzazione è altissima, imprevedibile, commovente. […] Nella scuola dobbiamo mandarci i migliori che abbiamo: non venditori o rappresentanti di immaginette e slogan, ma gente che domina il sapere e ha passione per servire lo spirito. E dobbiamo sostenere questi. E sostenere questo. Non sono la predichetta furba o il giovanilismo mistico che fanno la differenza. Un insegnante, di qualsiasi disciplina, ti può cambiare la vita spiegandoti il corso di un fiume. Non è l’apologetica della religione, il punto. È l’apologetica del sapere, del pensare, del lavoro della mente e del coinvolgimento delle passioni dello spirito che ti cambia la vita. I ragazzi lo sanno, infallibilmente, per istinto. Gli adulti ci credono poco. E al fatto che possa accadere ai ragazzi, non credono per niente. Questo li indebolisce: la parte pavida e parassita dell’adolescenza è incoraggiata a prendere il sopravvento. I ragazzi, aizzati dagli adulti all’opportunismo più redditizio possibile, cedono ad essa. Ma ci disprezzano per questo» .


Pierangelo SEQUERI, Intorno a Dio. Intervista di Isabella Guanzini, La Scuola, Brescia 2010, 26-27.