L’apprendimento: spunti di riflessione in preparazione al convegno “Apprendere ma come? Nuove sfide per l’apprendimento nella scuola.”

neurone-specchio.jpg

Stili di apprendimento – Apprendimento continuo o discontinuo – Neuroni specchio


1. Stili di apprendimento
L’apprendimento è l’acquisizione di conoscenze in vista di uno scopo. E’ un comportamento motivato e orientato, non è riducibile ad uno sterile meccanismo di assimilazione di contenuti privi di un significato emotivo per la persona che apprende. L’apprendimento è un processo complesso, risulta dalla compenetrazione di motivazione, emozione, memoria, pensiero.
Lo stile di apprendimento sintetico predilige le visioni d’insieme, lo stile analitico si sofferma sui dettagli. Ciascuno si specializza in uno dei due stili e lo adotta di preferenza, ma deve rendersi capace di padroneggiare anche l’altro. Nessuno dei due stili è migliore dell’altro.
Tutto dipende dalla natura dei compiti e dal tempo a disposizione , per questo, al di sopra della biforcazione tra sintesi e analisi si colloca l’elasticità individuale e la capacità di gestire, all’occorrenza, lo stile più conforme al compito richiesto.
La scelta è dettata anche dal valore attribuito al compito: se suscita interesse, anche un sintetico cambierebbe il suo stile, optando per quello analitico, per ottenere un livello più alto di approfondimento e sviscerare con dovizia le conoscenze che gli stiano a cuore.


Convegno Nazionale AIMC: “Apprendere ma come? Nuove sfide per l’apprendimento nella scuola.”

2. Apprendimento continuo o discontinuo. Acquisizioni graduali o illuminazioni
Secondo una concezione “continua”, l’apprendimento è un percorso per gradi, un lento processo di accumulo di conoscenze. Secondo una concezione “discontinua”, l’apprendimento è subitaneo e creativo, consiste nell’insight, nel cogliere immediatamente i nessi chiave delle cose, come a seguito di un’illuminazione.
Alcuni pedagogisti risolsero il conflitto tra apprendimento continuo e discontinuo distinguendo gli ambiti di applicazione: la gradualità è più tipica dell’apprendimento, l’insight del problem solving.
Attualmente si adotta una linea integrata: l’apprendimento è un processo continuo e progressivo, che tuttavia non esclude atti creativi: questi sono resi possibili dalla qualità degli apprendimenti precedenti.
Allo stesso modo, il problem solving appare come un processo subitaneo, ma prevede una scansione in fasi , perché l’atto risolutorio non nasce all’improvviso, ma rappresenta la conclusione di un lungo percorso mentale di osservazione e di incubazione.
Storicamente, la concezione continua è stata sostenuta dai Comportamentisti (psicologi oggettivisti), quella discontinua dai Gestaltisti (psicologi con un approccio “olistico”, globale, ai processi psichici).


Franco Manuela – Tappatà Laura, Intelligenza socio-emotiva. Cos’è, come si misura, come svilupparla, Firenze, 2007, Ed.Carocci, pp.173

3. Neuroni specchio
Riduzione e bibliografia da “Il Diogene”

Tipologia di neuroni scoperti per la prima volta negli anni ’90 da Giacomo Rizzolatti e colleghi presso il dipartimento di neuroscienze dell’Università di Parma. Utilizzando dei macachi, questi ricercatori osservarono che alcuni gruppi di neuroni si attivavano sia quando gli animali erano intenti a determinate azioni, sia quando guardavano qualcun altro a compiere le stesse azioni.
Altri studi hanno dimostrato l’esistenza di sistemi simili anche negli uomini in diverse aree cerebrali, compreso il linguaggio.
I neuroni specchio spiegano fisiologicamente la capacità di relazione con gli altri. Quando osserviamo una persona a compiere una certa azione si attivano, nel cervello, gli stessi neuroni che entrano in gioco quando noi stessi compiamo la stessa azione. Per questo comprendiamo le azioni degli altri: nel nostro cervello si accendono circuiti nervosi che fanno riferimento ad azioni già compiute dalla nostra esperienza.
Infatti sembrerebbe che il “sistema specchio” si attiva quando il soggetto osserva un comportamento che egli stesso ha già compiuto.
Anche le emozioni sembrano attivarsi in base a un insieme di circuiti neurali che condividono una proprietà “specchio” già rilevata nel caso della comprensione delle azioni.  I risultati attorno ad alcune emozioni primarie mostrano che quando osserviamo una manifestazione di dolore o di disgusto viene attivato lo stesso substrato neuronale che ha suscitato la percezione in prima persona della stessa emozione.
Vi sono anche dati sperimentali che indicano che anche il linguaggio faccia riferimento a meccanismi di “risonanza” che coinvolgono il sistema motorio. Comprendere una frase che esprime un’azione porta all’attivazione degli stessi circuiti motori stimolati durante l’effettiva esecuzione di quell’azione.
La scoperta dei neuroni specchio potrebbe offrire una spiegazione biologica per alcune forme di autismo, come la sindrome di Asperger: perché si è notato un ridotto funzionamento di questo tipo di neuroni nei bambini autistici. Per ora è solo un’ipotesi, ma che fa comprendere perché le persone autistiche non partecipano alla vita degli altri e non riescono ad entrare in contatto con l’ambiente attorno.
L’esistenza dei neuroni specchio invita ad una modifica delle attuali concezioni riguardanti il modo di operare della mente. Tale scoperta richiede un drastico ridimensionamento del modello di mente della psicologia cognitivista. Il cognitivismo concentra l’attenzione nel definire le regole formali  alla base del funzionamento della mente, trascurando il ruolo dell’esperienza corporea legata al comportamento motorio. I neuroni specchio implicano l’esistenza di un meccanismo che porta a comprendere immediatamente il significato delle azioni altrui e delle intenzioni sottese senza elaborare nessun ragionamento.
Le ricerche sui neuroni specchio sono ancora agli inizi, ma – come osserva il neuroscienziato Vilayanur Ramachandran – si tratta di una delle più importanti scoperte degli ultimi decenni, destinata ad avere profonde ripercussioni nel nostro modo di concepire la mente.

BRANI ANTOLOGICI

* I neuroni specchio e la “comprensione” dell’azione
* I neuroni specchio: imitazione, comprensione, condivisione

BIBLIOGRAFIA ITALIANA

Giacomo Rizzolatti – Corrado Sinigaglia, So quel che fai, Raffaello Cortina, Milano, 2006
Volume scritto a quattro mani, da un neuroscienziato e da un filosofo, che si propone una sintesi della letteratura specialistica intorno alla scoperta dei neuroni specchio. Nell’opera si trovano descritti i principali esperimenti effettuati, i relativi risultati e le possibile ricadute nell’ambito delle nostre concezioni sulla mente.

Mario Iacobozzi, I neuroni specchio. Come capiamo ciò che fanno gli altri, Bollati Boringhieri, Torino, 2008

Giacomo Rizzolatti – Lisa Vozza, Nella mente degli altri. Neuroni specchio e comportamento sociale, Zanichelli, Bologna, 2007
A Ballerini – F. Barale – V. Gallese – S. Uccelli, Autismo. L’umanità nascosta, Einaudi, Torino, 2006
Sui rapporti tra l’autismo e i neuroni specchio. Si veda, in particolare, il capitolo di V. Gallese.

Altri scritti:

Vittorio Gallese – Paolo Migone – Morris N. Eagle, “La simulazione incarnata: i neuroni specchio, le basi neurofisiologiche dell’intersoggettività e alcune implicazioni per la psicoanalisi”, in Psicoterapia e scienze umane, n. 3, 2006, pagg. 543-580 – Versione in .pdf

Michael A. Arbib, “The Mirror System, Imitation and the Evolution of Language”, in C. Nehaniv – K. Dautenhahn (a cura di), Imitation in Animals and Artefacts, MIT Press, Cambridge, 2002, pagg. 229-280

Giacomo Rizzolatti – Leonardo Fogassi – Vittorio Gallese, “Neurophysiological Mechanisms Underlying the Undertanding and Imitation of Actions”, in Nature Reviews Neurosciences, 2001, 2, pagg. 661-670

Giacomo Rizzolatti – Leonardo Fogassi – Vittorio Gallese, “Cortical Mechanisms Subserving Object Grasping and Action Recognition: a New View on the Cortical Motor Functions”, in The New Cognitive Neurosciences, MIT Press, Cambridge, 2000, pagg. 539-552

Giacomo Rizzolati – Luciano Fadiga – Vittorio Gallese – Leonardo Fogassi, “Premotor Cortex and the Recognition of Motor Actions”, Cogn. Brain Res, 1996, 3, pagg. 131-141

Giacomo Rizzolatti – Michael A. Arbib, “Language within Our Grasp”, Trends Neurosci, 1998, 21, pagg. 188-194

Vittorio Gallese – A. Goldman, “Mirror Neurons and the Simulation Theory of Mind-Reading”, Trends in Cognitive Science, 1998, 2, pagg. 493-501

 

servizio civile.jpeg

L’apprendimento: spunti di riflessione in preparazione al convegno “Apprendere ma come? Nuove sfide per l’apprendimento nella scuola.”ultima modifica: 2011-03-25T23:55:00+01:00da aimc-milano
Reposta per primo quest’articolo