“Scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di I gr.: problematiche istituzionali e orientamenti associativi”.

crocifisso classe.jpgA coclusione del Convegno Nazionale “Mente e cuore. Percorsi e stili dalla scuola dell’infanzia al termine del primo ciclo” tenutosi ad Acireale, Ct – Hotel Excelsior dal 19 al 20 marzo 2011 pubblichiamo alcune considerazioni in merito ai problemi istitutzionali e agli orientamenti associativi ancora aperti.

Infatti da più parti si riversano sulla scuola molte attese e richieste che disorientano operatori scolastici e utenti alle prese con il desiderio di rispondervi in modo adeguato e le incertezze derivanti dal venir meno delle risorse disponibili. Emerge sempre più l’esigenza di comprendere, in primo luogo, come vada riformulato, nel prossimo futuro, il rapporto scuola società in ordine ai seguenti elementi:
a.    apprezzamento della funzione educativa e pedagogica della scuola;
b.    rivisitazione di compiti propri della funzione formativa e didattica della scuola, tesa all’innalzamento degli apprendimenti e alla sviluppo della conoscenza;
c.    definizione delle condizioni di esercizio essenziali affinché le scuole possano fondare la loro progettualità su basi solide nel medio e lungo periodo;
d.    definizione di livelli essenziali delle prestazioni (LEP);
e.    costruzione di ambiti di incontro e di intesa tra istituzioni scolastiche e soggetti territoriali affinché si realizzi un’articolata e condivisa progettazione dell’offerta formativa.
Il secondo aspetto, che costituisce il vero nodo del processo di riforma, riguarda il compimento dell’autonomia delle istituzioni scolastiche. Occorre una nuova regolamentazione delle forme di autogoverno delle scuole utili a migliorare il loro funzionamento e a promuovere in quadro unitario la partecipazione di tutte le componenti.     

E’ importante che, mediante un sistema di democrazia pluralistica, cioè di libera iniziativa della società civile, nell’ambito delle norme generali stabilite dallo Stato, venga riconosciuta la funzione pubblica dell’opera di istruzione e di formazione scolastica – con i caratteri di trasparenza e pubblicità dei processi – ancorché appartenente ad una pluralità di soggetti quali titolari del diritto – dovere all’educazione e alla formazione.
La crescita culturale della società e la capacità espressa da più soggetti di far fronte ai bisogni formativi delle giovani generazioni richiedono che lo Stato assuma un ruolo diverso rispetto al passato con particolare riferimento all’azione:
•    di promozione e di sviluppo della cultura.
•    di garante dell’istruzione nel suo diritto di accesso, ma anche del diritto al successo formativo sia mediante l’azione legislativa con l’emanazione di norme generali; sia mediante l’attività amministrativa per rendere effettivo il diritto dovere all’istruzione; sia mediante l’attività di controllo e di valutazione al fine di monitorare e accertare l’effettivo raggiungimento degli obiettivi di sistema e l’innalzamento dei livelli di apprendimenti.
•    di gestione delle scuole che esso è tenuto ad istituire per soddisfare tale diritto-dovere delle famiglie e per riconoscere e sostenere il diritto-dovere di altri soggetti.
La governante va intesa, quindi, come capacità di persone, gruppi sociali e istituzioni (pubbliche, private, terzo settore) di costruire un consenso organizzativo e una visione comune per promuovere la coesione territoriale e lo sviluppo equilibrato e sostenibile. Essa è sempre più una metodologia di costruzione delle decisioni per garantire una maggiore partecipazione  e responsabilità dei cittadini nel processo di elaborazione delle scelte educative e culturali nella scuola e in generale nell’elaborazione delle politiche nei vari settori della vita civile. Pertanto siamo di fronte alla necessità di creare maggior coerenza e integrazione tra vari settori di intervento: il legislativo, il dialogo sociale, i finanziamenti strutturali, i programmi operativi.
La strutturazione di una governace in grado di armonizzare queste presenze e competenze è oggi l’urgenza più rilevante del sistema educativo italiano non solo per superare forme di partecipazione ormai inefficaci, ma soprattutto per assicurare, a fronte della richiesta di maggior qualificazione e di un elevato livello di complessità, il governo e le presa di decisioni più adeguate in ordine:
•    alla vita e alle attività delle scuole;
•    alla valutazione e alla rendicontazione della qualità delle prestazioni e degli esiti raggiunti;
•    alla qualità del servizio reso ai cittadini.
L’accostamento del processo di autovalutazione a sistemi di valutazione esterna produce così due conseguenze:
– far evolvere i sistemi di accountability dove il valutatore esterno, a partire dalla individuazione del valore aggiunto in un intervallo di tempo, si orienta a considerare se gli indicatori di performance possono essere predittivi per il futuro e quali potrebbero essere le condizioni per il mantenimento della stessa performance.
– far progredire il modello del gestione strategica della scuola verso una visione che si traduce in obiettivi programmati secondo linee d‟azione, a cui destinare risorse e monitorare il grado di raggiungimento, oppure imparare dalle difficoltà, valorizzando al meglio i docenti, l’apporto delle famiglie, le ricchezze del territorio.
Tuttavia c’è da chiedersi, nella concretezza della realtà scolastica, come l’ambiente, il contesto di apprendimento possa essere carico di relazionalità e di significati quando il venir meno delle risorse, in modo così brusco e netto, costringe ad assetti operativi frammentati. Ora come professionisti di scuola stiamo vivendo il cambiamento solo in termini di carico di lavoro e di sguardo su quello che manca, certamente importante perché a volte ci angoscia, ci demotiva. Il problema però non si risolverà. E’ probabile che si potrà allentare la morsa dei tagli, ma sicuramente si procederà su questa strada indipendentemente dalla compagine che si succederà al  Governo.
Forse occorre cambiare l’ottica con la quale abbiamo fino ad ora pensato l’offerta formativa per passare dal rapporto curricolo-progetti/assetto organizzativo, al rapporto tra visione situata e storicizzata della formazione della persona e definizione delle priorità e dei traguardi essenziali per raggiungere la piena formazione. Da qui potrà discendere allora la definizione di percorsi curricolari e un assetto organizzativo caratterizzato da sobrietà e semplicità perché centrato su ciò che è di valore non in termini accademici, astratti o “ideologici”, ma secondo possibilità in cui la scuola svolgerà la sua parte nell’ambito di quello che viene chiamata l’educazione formale, ma non può o potrà essere l’unica risposta educativa perché altri soggetti e altre responsabilità popolano il campo educativo nell’ambito dell’educazione non-formale e di quella informale. 
La valorizzazione della centralità formativa della scuola, che rappresenta lo scopo principe dell’AIMC, richiama, senza dubbio, la necessaria attenzione alla professionalità dei docenti e dei dirigenti scolastici, affinché sia sorretta da processi di valutazione del merito e dell’impegno culturale, educativo e didattico configurato non solo all’interno di dimensioni organizzativo-istituzionali, ma anche attraverso
•    la promozione di ambiti di relazionalità sociale propria di forme associative,
•    la progettazione di ambiti di formazione e di ricerca in servizio,
•    il riconoscimento delle associazioni professionali come luoghi dove si costruisce e genera la professione stessa.

 

Scarica il testo integrale: “Scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di I gr.: problematiche istituzionali e orientamenti associativi”.

“Scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di I gr.: problematiche istituzionali e orientamenti associativi”.ultima modifica: 2011-03-25T23:00:00+01:00da aimc-milano
Reposta per primo quest’articolo