La riforma del sistema educativo trova nell’autonomia scolastica il principale elemento di significativa novità perché coinvolge diversi ambiti (procedure, programmi, ruoli e mansioni) e configura un diverso scenario di rapporti tra pubblica amministrazione e cittadini. Si sta infatti passando da scelte basate su programmi istituzionali predefiniti e governati a livello centrale, all’avvio di processi di governance che introduce un diverso rapporto tra controllo centrale e decentramento, tra standard e autonomia delle singole scuole.
1. Definizione
Le definizioni che seguono aiutano a cogliere il significato di alcuni termini della questione che interessano la scuola e il governo del sistema educativo nel suo complesso.
a. “La governance è la capacità di attori, gruppi sociali e istituzioni (pubbliche, private, terzo settore) di costruire un consenso organizzativo, inteso come accordo sul contributo di ogni partner anche su una visione comune , e mira a promuovere la coesione territoriale e lo sviluppo equilibrato e sostenibile”
b. Cinque principi sono alla base della buona governance e dei cambiamenti proposti nel presente Libro bianco: apertura, partecipazione, responsabilità, efficacia e coerenza. Ciascuno di essi è essenziale al fine d’instaurare una governance più democratica. Tali principi costituiscono il fondamento della democrazia e del principio di legalità negli Stati membri, ma si applicano a tutti i livelli di governo: globale, europeo, nazionale, regionale e locale. Essi rivestono particolare rilievo per l’Unione, se essa vuole far fronte alle sfide indicate nel capitolo precedente. – Commissione della comunità europea, Governance europea. Un libro bianco, Bruxelles, 2001
c. Ambiti di governance:
– Decisioni inerenti l’ammissione degli studenti;
– Scelta dei libri di testo
– Organizzazione della didattica
– Criteri di formazione delle classi
– Valutazione degli studenti
– Sviluppo del curricolo
– Assunzione e licenziamento del personale
– Assegnazione delle risorse all’interno della scuola
– Promozione del personale
– Sviluppo della carriera nella scuola
1. Campi applicativi
a. Partenariato e sussidiarietà
La governance si configura perlopiù come una metodologia di costruzione delle decisioni per garantire una maggiore partecipazione e responsabilità dei cittadini nel processo di elaborazione delle scelte educative e culturali nella scuola e in generale nell’elaborazione delle politiche nei vari settori della vita civile. Pertanto siamo di fronte alla necessità di creare maggior coerenza e integrazione tra vari settori di intervento: il legislativo, il dialogo sociale, i finanziamenti strutturali, i programmi operativi.
Implementare e migliorare processi di governance richiede una concertazione e integrazione degli interventi tra i vari livelli istituzionali: nazionali, regionali, locali e della società civile per assumere quei principi previsti dal libro bianco europeo:
– Apertura. adoperarsi attivamente per spiegare meglio, con un linguaggio accessibile e comprensibile al grande pubblico per accrescere la fiducia dei cittadini in istituzioni complesse.
– Partecipazione ricerca di un’ampia partecipazione da assicurare lungo tutto il loro percorso, decisionale in modo da aumentare la fiducia nel risultato finale e nelle istituzioni – scuola
– Responsabilità maggiore chiarezza nei ruoli all’interno dei processi normativi ed attuativi per assumerne la responsabilità nell’elaborazione, nell’attuazione e nella rendicontazione dei risultati.
– Efficacia. Occorre produrre risultati richiesti in base a obiettivi chiari, alla valutazione del loro impatto futuro e, ove possibile, delle esperienze acquisite in passato.
– Coerenza: gli interventi devono essere coerenti e di facile comprensione ciò implica una leadership e una decisa assunzione di responsabilità da parte delle scuola, così da assicurare un’impostazione coerente all’interno di un sistema complesso come ogni unità scolastica.
L’applicazione di questi cinque punti va a sostegno dei principi di proporzionalità e di sussidiarietà. Dalla prima elaborazione di una scelta o strategia di intervento fino alla sua esecuzione, la scelta del livello al quale intervenire e degli strumenti da utilizzare deve essere proporzionata agli obiettivi perseguiti. Ciò significa che quando si avvia un’iniziativa è fondamentale verificare sistematicamente (a) se un’azione pubblica è veramente necessaria, (b) se il livello in cui agiamo è quello più opportuno e (c) se le misure proposte sono proporzionate agli
obiettivi.
Nella Governace viene così privilegiata la scelta del dialogo e dell’interazione tra soggetti e livelli di governo in tutti gli ambiti territoriali. Tale orientamento è necessario in un’epoca in cui la globalizzazione, lo sviluppo delle tecnologie e la varietà di reti e di soggetti che agiscono diventano moltiplicatori di opportunità e di politiche in campo culturale, formativo e sociale. Le numerose interazioni portano così a forme reticolari di relazioni al punto da costituire la logica di sistema e la modalità di sviluppo della collaborazione interistituzionale.
b. La collaborazione interistituzionale e l’autonomia scolastica
In campo nazionale all’interno del sistema formativo l’attuazione del Titolo V ha definito una forma di governace collaborativa tra stato e regioni all’interno di un quadro di regole esclusive e concorrenti che determina competenze, ruoli e funzioni specifiche. Tuttavia i processi di riforma avviati a partire dalla Legge 53/2003 hanno rivelato varie difficoltà nell’attuazione di una governance condivisa soprattutto per le difficoltà a determinare con chiarezza il riparto delle competenze. E’ evidente che quando non è possibile una reale separazione uno dei criteri di risoluzione dei conflitti è il principio della leale collaborazione come via per affrontare ogni questione anche di carattere costituzionale.
Lo sviluppo della collaborazione a tutti i livelli e l’esercizio dell’autonomia scolastica ha bisogno anche di strumenti giuridici che valorizzino la co-determinazione dei contenuti di azioni e di atti, le dimensioni paritarie tra i soggetti, il coordinamento verso indirizzi e orientamenti comuni. In particolare attraverso intese, pareri, accordi, convenzioni, consorzi che nascono e si sviluppano dimensione di cooperazione e di coinvolgimento sinergico di più soggetti per dare più coerenza ed efficacia ad interventi organici a favore di bisogni e problemi territoriali.
2. Problemi aperti
L’autonomia scolastica si configura come una delle forme più evolute di governance territoriale sia per le competenze di ordine didattico, organizzativo e finanziario di cui è titolare, sia perché al suo interno sono previsti organi di partecipazione, di cooperazione e di rappresentanza di componenti sociali dalle famiglie agli enti territoriali, agli enti locali.
La strutturazione di una governace in grado di armonizzare queste presenze e competenze è oggi l’urgenza più rilevante del sistema educativo italiano non solo per superare forme di partecipazione ormai inefficaci, ma soprattutto per assicurare, a fronte della richiesta di maggior qualificazione e di un elevato livello di complessità, il governo e le presa di decisioni più adeguate alla vita delle scuole; la rendicontazione della qualità delle prestazioni e degli esiti raggiunti e la qualità del servizio reso ai cittadini.
Graziano Biraghi
Rubinacci A., Voci della scuola, Vol. VI, Napoli, 2007, ed. Tecnodid, pp.229 – 239
Commissione delle Comunità Europee, La governance europea. Un libro bianco, Bruxelles, 2001
Commissione delle Comunità Europee, op. cit., p. 10.
Cfr. Falanga Mario, Reti, accordi di programma, consorzi delle istitutzioni scolastiche, Brescia, 2003. Ed. La Scuola; I negozi giuridici delle istituzioni scolastiche autonome, Roma, 2001, ed. Anicia