Pensare e progettare la scuola

associazioni.jpgUn gruppo di Docenti, Dirigenti Scolastici e Formatori, persone impegnate nell’associazionismo sindacale e professionale sui temi della scuola e dell’educazione, ha compiuto, a partire dall’autunno 2011, un itinerario di lavoro comune di riflessione sulla condizione presente del sistema educativo nazionale.

Preso atto del difficile cammino verso l’innovazione e le riforme del sistema scolastico italiano, questo gruppo  si è assunto direttamente responsabilità di riflessione, di formazione personale e di proposta, fuori e dentro le scuole.

Il Gruppo è caratterizzato da un comune riferimento al pensiero della Dottrina sociale della Chiesa.
Si riconosce nei seguenti principi:
•    l’educazione come diritto-dovere di ciascun uomo ;
•    la centralità e la responsabilità educativa primaria della famiglia nei confronti dei soggetti pubblici di offerta formativa nel territorio;
•    la libertà, la responsabilità e la personalizzazione come cardini fondamentali dell’educazione.


Giovedì 19 aprile alle ore 11,30 presso la sala Strehler del Centro Congressi “Stelline”, corso Magenta, 61 a Milano, verranno presentati alla stampa i contenuti del documento ed il relativo itinerario di lavoro.

Su questa base, il Gruppo propone un percorso di ricerca, elaborazione e impegno su diverse direttrici:
 
1. La condizione di lavoro del personale nella scuola

2. Lo sviluppo professionale della figura docente

3. I meccanismi istituzionali della formazione iniziale e dell’assunzione del personale docente

4. Il destino delle autonomie scolastiche, in relazione all’attuazione del Titolo V della Costituzione e alle problematiche della governance.

La discussione in atto sulla Proposta di legge nazionale relativa alla governance delle scuole e di una legge regionale in cui vengono indicate nuove procedure per l’assunzione degli insegnanti rende attualissimo l’impegno del Gruppo.

Giovedì 19 aprile alle ore 11,30 presso la sala Strehler del Centro Congressi “Stelline”, corso Magenta, 61 a Milano, verranno presentati alla stampa i contenuti del documento ed il relativo itinerario di lavoro.

Silvio Colombini        Segretario generale CISL Scuola Lombardia
Mariella Ferrante        Presidente DIESSE Lombardia
Roberto Fraccia        Presidente DiSAL Lombardia
Stefano Pierantoni        Presidente UCIIM Lombardia
Disma Vezzosi            Presidente AIMC Lombardia

“Scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di I gr.: problematiche istituzionali e orientamenti associativi”.

crocifisso classe.jpgA coclusione del Convegno Nazionale “Mente e cuore. Percorsi e stili dalla scuola dell’infanzia al termine del primo ciclo” tenutosi ad Acireale, Ct – Hotel Excelsior dal 19 al 20 marzo 2011 pubblichiamo alcune considerazioni in merito ai problemi istitutzionali e agli orientamenti associativi ancora aperti.

Infatti da più parti si riversano sulla scuola molte attese e richieste che disorientano operatori scolastici e utenti alle prese con il desiderio di rispondervi in modo adeguato e le incertezze derivanti dal venir meno delle risorse disponibili. Emerge sempre più l’esigenza di comprendere, in primo luogo, come vada riformulato, nel prossimo futuro, il rapporto scuola società in ordine ai seguenti elementi:
a.    apprezzamento della funzione educativa e pedagogica della scuola;
b.    rivisitazione di compiti propri della funzione formativa e didattica della scuola, tesa all’innalzamento degli apprendimenti e alla sviluppo della conoscenza;
c.    definizione delle condizioni di esercizio essenziali affinché le scuole possano fondare la loro progettualità su basi solide nel medio e lungo periodo;
d.    definizione di livelli essenziali delle prestazioni (LEP);
e.    costruzione di ambiti di incontro e di intesa tra istituzioni scolastiche e soggetti territoriali affinché si realizzi un’articolata e condivisa progettazione dell’offerta formativa.
Il secondo aspetto, che costituisce il vero nodo del processo di riforma, riguarda il compimento dell’autonomia delle istituzioni scolastiche. Occorre una nuova regolamentazione delle forme di autogoverno delle scuole utili a migliorare il loro funzionamento e a promuovere in quadro unitario la partecipazione di tutte le componenti.     

E’ importante che, mediante un sistema di democrazia pluralistica, cioè di libera iniziativa della società civile, nell’ambito delle norme generali stabilite dallo Stato, venga riconosciuta la funzione pubblica dell’opera di istruzione e di formazione scolastica – con i caratteri di trasparenza e pubblicità dei processi – ancorché appartenente ad una pluralità di soggetti quali titolari del diritto – dovere all’educazione e alla formazione.
La crescita culturale della società e la capacità espressa da più soggetti di far fronte ai bisogni formativi delle giovani generazioni richiedono che lo Stato assuma un ruolo diverso rispetto al passato con particolare riferimento all’azione:
•    di promozione e di sviluppo della cultura.
•    di garante dell’istruzione nel suo diritto di accesso, ma anche del diritto al successo formativo sia mediante l’azione legislativa con l’emanazione di norme generali; sia mediante l’attività amministrativa per rendere effettivo il diritto dovere all’istruzione; sia mediante l’attività di controllo e di valutazione al fine di monitorare e accertare l’effettivo raggiungimento degli obiettivi di sistema e l’innalzamento dei livelli di apprendimenti.
•    di gestione delle scuole che esso è tenuto ad istituire per soddisfare tale diritto-dovere delle famiglie e per riconoscere e sostenere il diritto-dovere di altri soggetti.
La governante va intesa, quindi, come capacità di persone, gruppi sociali e istituzioni (pubbliche, private, terzo settore) di costruire un consenso organizzativo e una visione comune per promuovere la coesione territoriale e lo sviluppo equilibrato e sostenibile. Essa è sempre più una metodologia di costruzione delle decisioni per garantire una maggiore partecipazione  e responsabilità dei cittadini nel processo di elaborazione delle scelte educative e culturali nella scuola e in generale nell’elaborazione delle politiche nei vari settori della vita civile. Pertanto siamo di fronte alla necessità di creare maggior coerenza e integrazione tra vari settori di intervento: il legislativo, il dialogo sociale, i finanziamenti strutturali, i programmi operativi.
La strutturazione di una governace in grado di armonizzare queste presenze e competenze è oggi l’urgenza più rilevante del sistema educativo italiano non solo per superare forme di partecipazione ormai inefficaci, ma soprattutto per assicurare, a fronte della richiesta di maggior qualificazione e di un elevato livello di complessità, il governo e le presa di decisioni più adeguate in ordine:
•    alla vita e alle attività delle scuole;
•    alla valutazione e alla rendicontazione della qualità delle prestazioni e degli esiti raggiunti;
•    alla qualità del servizio reso ai cittadini.
L’accostamento del processo di autovalutazione a sistemi di valutazione esterna produce così due conseguenze:
– far evolvere i sistemi di accountability dove il valutatore esterno, a partire dalla individuazione del valore aggiunto in un intervallo di tempo, si orienta a considerare se gli indicatori di performance possono essere predittivi per il futuro e quali potrebbero essere le condizioni per il mantenimento della stessa performance.
– far progredire il modello del gestione strategica della scuola verso una visione che si traduce in obiettivi programmati secondo linee d‟azione, a cui destinare risorse e monitorare il grado di raggiungimento, oppure imparare dalle difficoltà, valorizzando al meglio i docenti, l’apporto delle famiglie, le ricchezze del territorio.
Tuttavia c’è da chiedersi, nella concretezza della realtà scolastica, come l’ambiente, il contesto di apprendimento possa essere carico di relazionalità e di significati quando il venir meno delle risorse, in modo così brusco e netto, costringe ad assetti operativi frammentati. Ora come professionisti di scuola stiamo vivendo il cambiamento solo in termini di carico di lavoro e di sguardo su quello che manca, certamente importante perché a volte ci angoscia, ci demotiva. Il problema però non si risolverà. E’ probabile che si potrà allentare la morsa dei tagli, ma sicuramente si procederà su questa strada indipendentemente dalla compagine che si succederà al  Governo.
Forse occorre cambiare l’ottica con la quale abbiamo fino ad ora pensato l’offerta formativa per passare dal rapporto curricolo-progetti/assetto organizzativo, al rapporto tra visione situata e storicizzata della formazione della persona e definizione delle priorità e dei traguardi essenziali per raggiungere la piena formazione. Da qui potrà discendere allora la definizione di percorsi curricolari e un assetto organizzativo caratterizzato da sobrietà e semplicità perché centrato su ciò che è di valore non in termini accademici, astratti o “ideologici”, ma secondo possibilità in cui la scuola svolgerà la sua parte nell’ambito di quello che viene chiamata l’educazione formale, ma non può o potrà essere l’unica risposta educativa perché altri soggetti e altre responsabilità popolano il campo educativo nell’ambito dell’educazione non-formale e di quella informale. 
La valorizzazione della centralità formativa della scuola, che rappresenta lo scopo principe dell’AIMC, richiama, senza dubbio, la necessaria attenzione alla professionalità dei docenti e dei dirigenti scolastici, affinché sia sorretta da processi di valutazione del merito e dell’impegno culturale, educativo e didattico configurato non solo all’interno di dimensioni organizzativo-istituzionali, ma anche attraverso
•    la promozione di ambiti di relazionalità sociale propria di forme associative,
•    la progettazione di ambiti di formazione e di ricerca in servizio,
•    il riconoscimento delle associazioni professionali come luoghi dove si costruisce e genera la professione stessa.

 

Scarica il testo integrale: “Scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di I gr.: problematiche istituzionali e orientamenti associativi”.

La governance della scuola nella prospettiva federalista

seminario dirigenti.jpgL‘AIMC Nazionale organizza per Giovedì 2 e Venerdì 3 dicembre 2010, presso l’Hotel Summit Roma Via della Stazione Aurelia, 99 – Roma, il Seminario nazionale per dirigenti scolastici e docenti “La governance della scuola nella prospettiva federalista”.


PROGRAMMA

2 dicembre   16:00 – 20:00

Apertura dei lavori – Presidente nazionale Aimc Giuseppe Desideri
Introduzione e presentazione – Cristina Giuntini (Vicepresidente nazionale Aimc)

Chairman: Stefano Pagni Fedi (Dirigente scolastico)
Interventi di:
Alfonso Rubinacci (già Capo Dipartimento del MIUR)
Govi Sergio (Consulente MIUR)

Dibattito

3 dicembre   9:30 – 13:30

Chairman: Giuseppe Pagani Presidente (Commissione cultura scuola formazione lavoro – Regione Emilia Romagna)
Interventi di:
Dino Cristanini (Direttore Invalsi)
Mario Guglietti (Vice Presidente del Consiglio nazionale della Pubblica Istruzione)

Dibattito
Conclusioni Magnani Fiorella (Vicepresidente nazionale Aimc)

 

Seminario programma definitivo.pdf; Scheda di adesione seminario.doc;    Notizie logistiche seminario.doc

 

Per informazioni rivolgersi a AIMC Centro Nazionale – tel 06634651-2-3-4; aimc@aimc.it

La governance della scuola

dinamica.png

La riforma del sistema educativo trova nell’autonomia scolastica il principale elemento di significativa novità perché coinvolge diversi ambiti (procedure, programmi, ruoli e mansioni) e configura un diverso scenario di rapporti tra pubblica amministrazione e cittadini. Si sta infatti passando da scelte basate su programmi istituzionali predefiniti e governati a livello centrale, all’avvio di processi di governance che introduce un diverso rapporto tra controllo centrale e decentramento, tra standard e autonomia delle singole scuole.

1. Definizione

 

Le definizioni che seguono aiutano a cogliere il significato di alcuni termini della questione che interessano la scuola  e il governo del sistema educativo nel suo complesso.


a. “La governance è la capacità di attori, gruppi sociali e istituzioni (pubbliche, private, terzo settore) di costruire un consenso organizzativo, inteso come accordo sul contributo di ogni partner anche su una visione comune , e mira a promuovere la coesione territoriale e lo sviluppo equilibrato e sostenibile”[1]

b. Cinque principi sono alla base della buona governance e dei cambiamenti proposti nel presente Libro bianco: apertura, partecipazione, responsabilità, efficacia e coerenza. Ciascuno di essi è essenziale al fine d’instaurare una governance più democratica. Tali principi costituiscono il fondamento della democrazia e del principio di legalità negli Stati membri, ma si applicano a tutti i livelli di governo: globale, europeo, nazionale, regionale e locale. Essi rivestono particolare rilievo per l’Unione, se essa vuole far fronte alle sfide indicate nel capitolo precedente.[2] – Commissione della comunità europea, Governance europea. Un libro bianco, Bruxelles, 2001


c. Ambiti di governance:

– Decisioni inerenti l’ammissione degli studenti;

– Scelta dei libri di testo

– Organizzazione della didattica

– Criteri di formazione delle classi

– Valutazione degli studenti

– Sviluppo del curricolo

– Assunzione e licenziamento del personale

– Assegnazione delle risorse all’interno della scuola

– Promozione del personale

– Sviluppo della carriera nella scuola


1. Campi applicativi


a. Partenariato e sussidiarietà


La governance si configura perlopiù come una metodologia di costruzione delle decisioni per garantire una maggiore partecipazione  e responsabilità dei cittadini nel processo di elaborazione delle scelte educative e culturali nella scuola e in generale nell’elaborazione delle politiche nei vari settori della vita civile. Pertanto siamo di fronte alla necessità di creare maggior coerenza e integrazione tra vari settori di intervento: il legislativo, il dialogo sociale, i finanziamenti strutturali, i programmi operativi.

Implementare e migliorare processi di governance richiede una concertazione e integrazione degli interventi tra i vari livelli istituzionali: nazionali, regionali, locali e della società civile per assumere quei principi previsti dal libro bianco europeo:[3]

Apertura. adoperarsi attivamente per spiegare meglio, con un linguaggio accessibile e comprensibile al grande pubblico per accrescere la fiducia dei cittadini in istituzioni complesse.


Partecipazione ricerca di un’ampia partecipazione da assicurare lungo tutto il loro percorso, decisionale in modo da aumentare la fiducia nel risultato finale e nelle istituzioni – scuola


Responsabilità maggiore chiarezza nei ruoli all’interno dei processi normativi ed attuativi per assumerne la responsabilità nell’elaborazione, nell’attuazione e nella rendicontazione dei risultati.


Efficacia. Occorre produrre risultati richiesti in base a obiettivi chiari, alla valutazione del loro impatto futuro e, ove possibile, delle esperienze acquisite in passato.


Coerenza: gli interventi devono essere coerenti e di facile comprensione ciò implica una leadership e una decisa assunzione di responsabilità da parte delle scuola, così da assicurare un’impostazione coerente all’interno di un sistema complesso come ogni unità scolastica.


L’applicazione di questi cinque punti va a sostegno dei principi di proporzionalità e di sussidiarietà. Dalla prima elaborazione di una scelta o strategia di intervento fino alla sua esecuzione, la scelta del livello al quale intervenire e degli strumenti da utilizzare deve essere proporzionata agli obiettivi perseguiti. Ciò significa che quando si avvia un’iniziativa è fondamentale verificare sistematicamente (a) se un’azione pubblica è veramente necessaria, (b) se il livello in cui agiamo è quello più opportuno e (c) se le misure proposte sono proporzionate agli

obiettivi.


Nella Governace viene così privilegiata la scelta del dialogo e dell’interazione tra soggetti e livelli di governo in tutti gli ambiti territoriali. Tale orientamento è necessario in un’epoca in cui la globalizzazione, lo sviluppo delle tecnologie e la varietà di reti e di soggetti che agiscono diventano moltiplicatori di opportunità e di politiche in campo culturale, formativo e sociale. Le numerose interazioni portano così a forme reticolari di relazioni al punto da costituire la logica di sistema e la modalità di sviluppo della collaborazione interistituzionale.


b. La collaborazione interistituzionale e l’autonomia scolastica


In campo nazionale all’interno del sistema formativo l’attuazione del Titolo V ha definito una forma di governace collaborativa tra stato e regioni all’interno di un quadro di regole esclusive e concorrenti che determina competenze, ruoli e funzioni specifiche. Tuttavia i processi di riforma avviati a partire dalla Legge 53/2003 hanno rivelato varie difficoltà nell’attuazione di una governance condivisa soprattutto per le difficoltà a determinare con chiarezza il riparto delle competenze. E’ evidente che quando non è possibile una reale separazione uno dei criteri di risoluzione dei conflitti è il principio della leale collaborazione come via per affrontare ogni questione anche di carattere costituzionale.

Lo sviluppo della collaborazione a tutti i livelli e l’esercizio dell’autonomia scolastica ha bisogno anche di strumenti giuridici che valorizzino la co-determinazione dei contenuti di azioni e di atti, le dimensioni paritarie tra i soggetti, il coordinamento verso indirizzi e orientamenti comuni. In particolare attraverso intese, pareri, accordi, convenzioni, consorzi che nascono e si sviluppano dimensione di cooperazione e di coinvolgimento sinergico di più soggetti per dare più coerenza ed efficacia ad interventi organici a favore di bisogni e problemi territoriali.[4]


2. Problemi aperti


L’autonomia scolastica si configura come una delle forme più evolute di governance territoriale sia per le competenze di ordine didattico, organizzativo e finanziario di cui è titolare, sia perché al suo interno sono previsti organi di partecipazione, di cooperazione e di rappresentanza di componenti sociali dalle famiglie agli enti territoriali, agli enti locali.

La strutturazione di una governace in grado di armonizzare queste presenze e competenze è oggi l’urgenza più rilevante del sistema educativo italiano non solo per superare forme di partecipazione ormai inefficaci, ma soprattutto per assicurare, a fronte della richiesta di maggior qualificazione e di un elevato livello di complessità, il governo e le presa di decisioni più adeguate alla vita delle scuole; la rendicontazione della qualità delle prestazioni e degli esiti raggiunti e la qualità del servizio reso ai cittadini.



Graziano Biraghi



[1] Rubinacci A., Voci della scuola, Vol. VI, Napoli, 2007, ed. Tecnodid, pp.229 – 239

[2] Commissione delle Comunità Europee, La governance europea. Un libro bianco, Bruxelles, 2001

[3] Commissione delle Comunità Europee, op. cit., p. 10.

[4] Cfr. Falanga Mario, Reti, accordi di programma, consorzi delle istitutzioni scolastiche, Brescia, 2003. Ed. La Scuola; I negozi giuridici delle istituzioni scolastiche autonome, Roma, 2001, ed. Anicia