PERCHE’ NESSUNO VADA PERDUTO

Immagine

SEMINARIO REGIONALE DI STUDIO
PERCHE’ NESSUNO VADA PERDUTO
Sabato 29 marzo a Genova si è svolto il Seminario regionale di studio ” Perché nessuno vada perduto” tra le consulte regionali del Nord Italia, in preparazione all’incontro del 10 maggio di Papa Francesco con la suola. Sullo schermo era proiettata una slide con una rete di parole che sintetiz-zavano il percorso del seminario. Sul palco si sono alternate personalità ecclesiali e laiche, coordinate dal giornalista dell’Avvenire Enrico Lenzi. Dopo i saluti di S.E. mons. A.Tanasini e della dott.ssa Pagano dell’ufficio scolastico regionale Piemonte – Liguria, è intervenuto don Gabriele Corini per presentare “Il manifesto per la scuola”, quale terreno di riflessione e di confronto per le varie realtà regionali. Il manifesto, basato su su dieci pilastri fondanti, indicava sinergiche modalità per il rinnovamento della scuola e per il recupero dei valori umani e cristiani.
Prendersi cura della scuola, la scuola come comunità educante, la famiglia, l’autonomia delle istituzioni scolastiche, il principio di sussidiarietà, gli studenti, il successo formativo, i docenti, la formazione e il reclutamento del personale, e il funzionamento della scuola sono state le idee offerte all’assemblea dai responsabili dell’elaborazione del documento.
Gli interventi dei relatori hanno alimentato la conoscenza e l’approfondimento del quadro tematico, fornendo una visione a più di-mensioni degli argomenti trattati nel manifesto.
Di recupero di un’alleanza educativa, come contaminazione positiva e di un continuum progettuale ha parlato il prof. S. Colombini, convinto che per educare un ragazzo serve un villaggio.
Nell’accalorata e pragmatica relazione dell’assessore regionale del Veneto prof. S. Sernagiotto è stata riportata l’esperienza di finanziamento e di sus-sidiarietà alle scuole della sua regione, dove è stata intrapresa da anni una battaglia di civiltà che si vuole fare tracimare dal Veneto per giungere nelle sponde di tutte le regioni e fare spalmare, allo stesso modo, il finanziamento per le scuole statali e paritarie.
Un ampio respiro di politica scolastica e di didattica innovativa si è perce-pito nella relazione del prof. G. Cerini che ha toccato i punti nevralgici del sistema scolastico. Ha suggerito la necessità di operare massima equità e massima libertà, tra i protagonisti dell’educazione, per disegnare una scuola universale dove si coniugano saperi e valori. Cerini ha spinto la scuola verso la riscoperta della sua centralità e l’ha indicata come luogo universale dove si impara la conoscenza e la grammatica della convivenza, sfrondandosi del modello espositivo della lezione, per dare spazio agli alunni e alla costruzione di un sapere partecipato e vivo. Scuola e insegnanti, dice Cerini, sono ingessati in una routine pericolosa che ha immobilizzato la spinta al cambiamento. Bisogna assolutamente cambiare e prendere a modello i paesi Europei più avanzati a livello di riforme scolastiche. La scuola si riscoprirà, così, vitale, partecipativa e consapevole del ruolo di responsabilità verso le nuove generazioni.
Attilio Bondone della Confap Piemonte ha lamentato un inadeguato inve-stimento dello stato per la formazione dei giovani che hanno abbandona-to la scuola, alimentando la schiera della dispersione scolastica. I giovani, ha affermato, non hanno le medesime opportunità di entrare nel mondo lavorativo, perché solo in 11 regioni sono stati istituiti corsi di formazione per loro.
Le domande del coordinatore e del pubblico, rivolte ai relatori, hanno vi-vacizzato l’incontro, dando il polso della situazione reale, vissuta sulla pelle di docenti e studenti.
La rete dei concetti, sviluppati e intrecciati durante tutto il seminario, han-no dato impulso e occasione per riflessioni presenti e future.
La quadratura del cerchio è stata fornita da Sua Eminenza il cardinale Ba-gnasco che con determinazione ha lanciato una sfida decisiva con l’impegnativa domanda “A quali figli lasceremo il mondo?”, intendendo che i giovani sono alla ricerca di punti di riferimento validi e solidi. Per aiutarli a risolvere i loro problemi esistenziali e scolastici deve entrare in campo tutta la comunità educante.
Il cardinale Bagnasco ha posto le basi per un cambiamento strutturale del-la scuola, esortando la partecipazione delle famiglie e la fierezza degli insegnanti. Il punto di inizio è l’autenticità dell’insegnante che deve trasferirlo in una dimensione di forte identità per la quale deve interrogarsi sul “Chi sono io?” , riconoscere la dignità e la missione del suo lavoro e prendere consapevolezza della sintesi dell’io, la cui parte rilevante è il centro spirituale e l’essenza del nuovo umanesimo. Sua Eminenza ha sottolineato con decisione anche l’importanza della libertà culturale da investire nella scuola per elevarne la qualità e l’efficacia operativa. La libertà culturale deve portare a svegliare le coscienze di ognuno per contrastare con coraggio il neo colonialismo culturale che tende a cambiare l’alfabeto e la grammatica dell’uomo, sia in occidente che nei paesi in via di sviluppo.
L’intervento si è concluso con tre considerazione da porre al Santo Padre il 10 maggio a Roma:
– urgenza del compito educativo;
– libertà di scelta educativa dei genitori;
– dovere della società di offrire ai giovani idee e sani esempi.

EMANUELE VERDURA
PRESIDENTE PROVINCIALE AIMC MILANO MONZA

CORSO FORMAZIONE METODO ANALOGICO

Immagine

AIMC SARONNO 1 MARZO 2014
CORSO DI FORMAZIONE
APPRENDERE AL VOLO COL METODO ANALOGICO
RELATORE C. BORTOLATO

Un’esile figura si approssima alla cattedra, adornata da computer in attesa di illuminare con immagini lo schermo bianco appeso al muro di fronte ai corsisti. E’ il relatore: C. Bortolato. Si presenta con modestia e stupisce i corsisti per la semplicità e l’emozionalità espositiva. Afferma che il metodo analogico è semplice, facile, accessibile a tutti e permette di ritrovare l’umanità tra insegnante e alunni. La spiegazione di tutto è nell’anima, continua l’inventore del metodo, intendendo che dentro ogni bambino c’è tutto, una sorta di innatismo al quale attingere per apprendere in modo naturale e senza difficoltà. Il docente ha il compito di riconnettere l’alunno alle sue conoscenze dormienti e proiettarlo nella percezione immediata delle conoscenze matematiche.
Apprendere senza sforzo in modo naturale e con gioia? Un miracolo metodologico? Sembra un paradosso nell’attuale società complessa e nella scuola che predica studio e impegno irrazionale fino all’inverosimile come ad un naufrago che deve nuotare verso la riva, ma è in alto mare e non sa che direzione prendere né conosce una tecnica nuoto efficace e agevole. L’alunno spesso si sente come il naufrago, non viene messo in grado di apprezzare discipline e il sapere, e studia solo per la promozione. E la cultura? E il sapere come veste dell’umanità senziente e della società liquida, operativa e costruttiva del domani, dove si sono inabissati?
Vivono nella superficie della mente e non penetrano nell’anima dove esiste la spiegazione di tutto. Bisogna ritrovare la strada, dice Bortolato, e salvarsi dalla concettualità dei numeri e dalla loro idolatria. I numeri, così come sono presentati dagli insegnanti a scuola, sono dei gusci vuoti e non tengono conto di come è fatto il bambino, non rispettano le procedure e quei processi mentali in lui connaturati che gli faciliterebbero l’apprendimento analogico allontanando la rigida logica che ingabbia le menti in un insano arrovellamento concettuale. Spogliandolo di logica e razionalità al bambino si fa vivere la sua essenza, la sua umanità attraverso l’intuito, i sentimenti e l’apertura del cuore. Lasciarsi andare e collegarsi con le parti migliori di se stessi, con la propria interiorità, è l’imperativo per apprendere al volo con velocità. Il metodo analogico è in definitiva il sistema operativo del bambino, un sistema facile, intuitivo che fa amare la scuola, stimare i docenti ed eliminare l’atteggiamento negativo e repulsivo di molti alunni nei confronti del sistema scolastico. L’apprendimento diventa, in tal modo, una necessità interiore e una scelta libera per la quale gli alunni mettono in campo tutte le proprie energie, il proprio impegno e le proprie attitudini per raggiungere gli obiettivi culturali in un clima di serenità, felicità e relazionalità positiva. Docenti e alunni ritrovano se stessi e il senso di una scuola viva in cui l’insegnamento-apprendimento si delinea in modo condiviso, consapevole e ricco di valori radicati dentro l’umanità di chi insegna e di chi apprende.

EMANUELE VERDURA
PRESIDENTE AIMC MILANO MONZA

L’AIMC INCONTRA LA SCUOLA

Immagine

ASSOCIAZIONE ITALIANA MAESTRI CATTOLICI
Sezioni di SEREGNO e di LISSONE
Associazione professionale riconosciuta come soggetto qualificato per la formazione con Decreto del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca del 5/7/05, trasmesso con nota n. 1211 del 5/7/

  – AI DIRIGENTI SCOLASTICI
Con preghiera di informare:
– I DOCENTI DELLA SCUOLA PRIMARIA
– I DOCENTI DELLA SCUOLA DELL’INFANZIA
– I DOCENTI DI R.C.
– AI SOCI DELLE SEZIONI

L’AIMC sezioni di Seregno e Lissone, sensibile alle esigenze della scuola e al momento di riflessione e di rivisitazione pedagogico-didattica in atto in ambito nazionale, e ritenendo importante la centralità della persona e il confronto esperienziale

invitano ad un incontro

venerdì 21 marzo 2014

17.00 – 19.00

presso Centro Pastorale Mons. Ratti
via Cavour, 25 Seregno

– per analizzare insieme il documento programmatico redatto dall’AIMC nazionale, nel XX congresso dal titolo “SALVIAMO LA SCUOLA”, contenente preziosi suggerimenti per migliorare la qualità della scuola;
– per creare un archivio di esperienze didattiche innovative da mettere a disposizione di tutti i docenti del territorio;
– per discutere delle esigenze formative dei docenti e degli alunni.

Sarà presente il presidente regionale AIMC Lombardia.

SEREGNO 24 – 02 – 2014

AIMC Sezioni di Seregno e Lissone
AIMC provinciale – via S. Antonio, 5 20122 MILANO
e-mail provincia.milanomonza@aimc.it
provinciaimcmilano.myblog.it

Presidente prov. Emanuele Verdura cell. 3281216826
Consigliere regionale Raffaella Aliprandi

ARRIVA LA PRIMAVERA PEDAGOGICA

Immagine

Ventata di rinnovamento nella giornata di studio regionale per la scuola. L’appuntamento annuale della consulta regionale ecclesiale ha fatto germogliare speranze di innovazione pedagogica . Eminenti rappresentanti della Chiesa e delle associazioni di insegnanti e genitori hanno profuso a piene mani il desiderio di cambiamento nel mondo della scuola. Il titolo scelto per la giornata di studio “ Etica professionale e impegno educativo dei docenti per una scuola della società civile” identifica l’iniziativa nella direzione di rivisitare il ruolo degli attori della scuola e della società civile per una rinnovata responsabilizzazione della professione docente.
La scuola deve riprendere il suo protagonismo valorizzando l’operato dei suoi componenti all’insegna di un atteggiamento relazionale tra docenti e studenti che sia consapevole dei limiti, delle regole, degli insuccessi, intesi come ripartenze, e del confronto propositivo nel rispetto del ruolo e della libertà dell’altro, dichiara il prof. G. Galimberti , uno dei relatori. Si lancia, poi, in un’appassionata disamina di ciò che è oggi la scuola “ caleidoscopio della società “ e “ presidio sociale” con le relative contraddizioni, i buchi legislativi, la farraginosa burocrazia che appiattisce l’etica della professione docente e dei servizi sociali, e fornisce indicazioni pedagogiche, frutto della sua personale esperienza, per avviare una riflessione approfondita tra tutte le agenzie educative con l’obiettivo di migliorare la qualità della scuola italiana.
I capisaldi del cambiamento? Non certo le riforme, proclama Galimberti. Solo la comprensione del significato culturale ed epistemologico delle discipline e l’azione di formazione dei docenti possono favorire il cambiamento e ridefinire la scala valoriale, relazionale e culturale della scuola , intesa come luogo di sacralità e di condivisione dei saperi.
Di saperi parla anche la relatrice Prof.ssa S. Claris, concepiti come strumenti educativi e sottoposti a processo mediato e a funzione assiologia. Nel triangolo pedagogico, insegnanti, alunni e genitori hanno il compito specifico di relazionarsi tra loro in modo organico per evitare la frammentazione educativa e l’individualismo nella società complessa e liquida. Bisogna allontanare il rischio dell’io ipertrofico individuale per avviare la stagione dell’io in relazione in una comunità educante che educa in modo integrale e globale.
I segnali educativi di una presa di consapevolezza di un non più rinviabile cambiamento provengono dalle agenzie educative, dalla ricerca pedagogica , dalla Chiesa, dalle sperimentazioni didattiche provenienti da chi vive con estrema consapevolezza l’etica di un impegno professionale nell’aula scolastica, vista come” campo pedagogico”.
E lì si gioca anche la partita della libertà dell’insegnamento dove per evitare il rischio dell’anarchismo del docente, afferma la Claris, bisogna ricostruire le “norme” attraverso un negoziato costante tra i soggetti educanti che porti alla riscoperta di un’etica della responsabilità, oscurata in passato dalla burocratizzazione .
La linea comune tra i due relatori è rappresentata dalla necessità primaria della formazione continua dei docenti che disegni una “rivoluzione gentile” in campo scolastico e sociale dove la persona sia il centro focale del cambiamento pedagogico. La persona e non l’individuo è, infatti, oggetto di attenzione da parte di studiosi, operatori scolastici e associazioni di genitori e docenti che insieme reclamano l’avvento di una primavera pedagogica . I germogli vengono forniti anche dalla CEI Con il libretto “L Chiesa per la scuola” dove viene delineata un’educazione integrale, mutuata da Maritain, e basata sull’alleanza educativa, la sussidiarietà, l’appartenenza , la formazione e l’apprendimento continuo.
In questo progetto si profila un umanesimo integrale e un’educazione liberale , come specificato da Mons Stucchi e da Mons. V. Bonati che aprono le porte ad apprendimenti significativi e globali e alzano il vessillo di una forte identità del docente all’interno della Comunità educante, ricca di spiritualità, passione, relazioni positive, motivazione e didattiche condivise.

Etica professionale ed impegno educativo dei docenti

Immagine

La Consulta Regionale Ecclesiale per la Scuola della Regione Lombardia organizza una giornata regionale di studio a Milano, il giorno 8 febbraio 2014 dalle ore 15,00 alle ore 18,00, presso il Centro Card. Schuster , via S. Antonio 5, rivolta a docenti, genitori, e loro organizzazioni. Con la giornata di studio si intende mostrare, attraverso la testimonianza di persone che vivono la scuola in prima persona, come l’etica della professione si declina con il ruolo educativo nell’azione quotidiana dell’insegnare.

PROGRAMMA
ore 14,45 Accoglienza

ore 15,00 Preghiera e saluti di Mons. Luigi Stucchi, Vescovo delegato della Conferenza Episcopale Lombarda per la scuola e l’IRC

ore 15,15 Introduzione di Mons. Vittorio Bonati, responsabile regionale per la scuola della Regione Ecclesiastica Lombarda

ore15,30 Intervento “Etica professionale ed impegno educativo dei docenti per una scuola della società civile” Prof. Gianluca Galimberti, docente di matematica e fisica al liceo scientifico di Aselli di Cremona

ore 16,15 Intervento “Il ruolo educativo dei docenti nel progetto di scuola” dott. Graziano Biraghi, dirigente dell’istituto scolastico “Preziosissimo Sangue” di Monza

Moderatrice Prof.ssa Sonia Claris, docente Università Cattolica di Milano

ore 17,00 Dibattito

ore 18,00 Conclusioni