Manovra del governo: pesante l’impatto sul personale della scuola statale

Il difficile momento economico-finanziario, che sta attraversando il mondo occidentale e che prefigura scenari preoccupanti, chiama il Paese intero e gli italiani a solidale corresponsabilità.

È consapevolezza comune e diffusa che alcuni sacrifici siano necessari e anche il personale della scuola, con senso di responsabilità, è disponibile a dare il proprio contributo per il risanamento del bilancio della Repubblica.

Quello che amareggia, però, è il rendersi conto – grazie anche a studi come quelli recenti svolti dall’autorevole Tuttoscuola – che al personale statale docente venga chiesto un surplus di sacrificio in un periodo già particolarmente difficile per la scuola italiana (v. tagli organici).

Il combinato del blocco fino al 2012 del contratto con quello, inaspettato, del maturato diritto di ciascun lavoratore agli scatti di anzianità appare una decisione con una portata particolarmente negativa sugli insegnanti di ogni ordine e grado. Lo stereotipo del dipendente statale con stipendi da “casta” nel campo della scuola non trova alcun reale riscontro, anzi, proprio il Ministro Gelmini in avvio di mandato, nel giugno 2008, affermò alla VII Commissione della Camera che “…questa legislatura deve vedere uno sforzo unanime nel far sì che gli stipendi degli insegnanti siano adeguati alla media Ocse!”. Dall’adeguamento dei più bassi stipendi dei Paesi Ocse all’ulteriore depauperamento: per i docenti, questa contraddizione è del tutto incomprensibile!

È avvilente il constatare che, nella chiamata al sacrificio da parte dello Stato, sembra ulteriormente venir meno la considerazione della complessa funzione sociale e istituzionale degli insegnanti. Pesa, inoltre, il vedere che su altre tipologie di professionisti, con posizioni stipendiali più consistenti, la manovra governativa risulti, alla fine, meno pesante.

L’Associazione Italiana Maestri Cattolici (AIMC) chiede che vengano rispettati i principi ben presenti ai nostri Padri Costituenti e ricompresi del dettato dell’art. 53 della Costituzione: “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività”.

L’incidenza della riduzione sullo stipendio di un docente statale, per mancato aumento secondo le aspettative stipendiali per anzianità, non è la stessa della riduzione su una più congrua retribuzione. Non si tratta di sindacare sull’entità degli stipendi o fare ipocrita demagogia, ma di rivendicare attenzione per il personale insegnante che, quotidianamente, serve la Repubblica nelle migliaia di aule della nostra penisola.

Confidiamo che il Parlamento e lo stesso Governo apportino sensibili modifiche affinché siano giusti e condivisibili, anche per il personale della scuola statale, i sacrifici richiesti a tutti.

 

La presidenza nazionale Aimc

 

Roma, 10 giugno 2010

Formazione iniziale degli insegnanti della scuola dell’infanzia, primaria, secondaria di primo e secondo grado

Giovedì 20 maggio, l’AIMC, rappresentata dal Presidente Nazionale Giuseppe Desideri, ha partecipato all’audizione presso la VII Commissione Cultura della Camera dei Deputati sullo Schema di Regolamento n. 205 concernente la Formazione iniziale degli insegnanti della scuola dell’infanzia, primaria, secondaria di primo e secondo grado, in attuazione della delega contenuta nell’art. 2, c. 416, della legge 244/2007.


Lo schema di Decreto del Governo n. 205 introduce nuove norme su percorsi universitari previsti per la formazione iniziale e il reclutamento dei docenti delle scuole di ogni ordine e grado. Vengono definiti gli ambiti di competenze relative al profilo professionale: unitario della funzione docente competenze disciplinari, psicopedagogiche, metodologico-didattiche, organizzative e relazionali necessarie da una parte a far raggiungere agli alunni gli obiettivi di apprendimento previsti per ogni scuola, dall’altra ad assicurare lo sviluppo e l’autonomia delle istituzioni scolastiche.

Il Decreto contiene norme sulle modalità di accesso e sulla struttura dei percorsi formativi universitari, sui criteri di svolgimento del tirocinio, sulla figura del tutor e dell’accreditamento delle Istituzioni Scolastiche che diveteranno sede per l’accoglienza dei tirocinanti, sul conseguimento della specializzazione per il sostegno didattico agli alunni con disabilità, sulle modalità di accesso all’anno di tirocinio e al conseguimento dell’abilitazione per i docenti che ne sono attualmente sprovvisti e per assicurare la conclusione del percorso di studio agli studenti iscritti alle facoltà di scienze della formazione primaria che passa a cinque anni di corso.

Al Decreto sono allegate le tabelle conteneti gli obiettivi formativi qualificanti per ciascun corso e lo sviluppo dei piani di studio con i relativi insegnamenti.

Il Presidente dell’AIMC ha ribadito la necessità che la formazione inziale si ponga in continuità con il processo di reclutamento e di formazione in servizio dei docenti per coltivare la cultura della formazione e della ricerca i cui tratti sono riscontrabili nella riflessività, nella problematizzazione, nell’accostamento a fonti diversificate e nell’uso di più modelli per leggere l’esistenze ed elabrare risposte innovative.

In questo orientamento l’AIMC avverte la necessità di declinare in modo coerente i tratti dell’unitarietà della funzione docente con i percorsi formativi proposti che appaiono separati tra scuola dell’infanzia e primaria e scuola secondaria di primo e secondo grado. Ciò è causa di una difficoltà di passaggio tra ordini e gradi di scuola e di un venir meno della pari dignità tra docenti.

Inoltre nel curricolo universitario non si avverte una reale integrazione delle competenze del profilo professionale che rischia di configurarsi come una sommatoria dei vari ambiti con un peso ridotto dell’area psicopedagogica e didattica nella formazione dei docenti della scuola secondaria di primo e secondo grado.

Vanno apprezzati alcune attenzioni al rapporto tra laboratori e tirocinio in cui rilanciare l’attenzione alla cultura professionale con la ricerca di un solido partenariato tra Università e Istituzioni Scolastiche. Tuttavia vanno poste alcune attenzioni:


  • il tirocinio deve abbracciare non solo le attività di insegnamento/apprendimento, ma anche tutti quegli ambiti istituzionali e di progettazione che sono costituivi dell’azione professionale e della scuola;
  • il laboratorio va valorizzato come ambito in cui la componente disciplinare e metodologico-didattica trovano un forte raccordo;
  • l’incontro aperto e significativo con la diversità delle relatà scolastiche è un’attenzione da perseguire per scoprire l’ordinarietà della scuola su cui sviluppare riflessione e non semplice traslazione di modelli;
  • la figura del tutor coordinatore e organizzatore va sicuramente valorizzata per non creare un rischioso turn-over.

 

In conclusione il Presidente Desideri ha sottolineato l’importanza di porre particolare attenzione a non bloccare temporalmente la possibilità di conseguire l’abilitazione nella fase di transizione a chi allo stato attuale possiede i requisiti e che rischia però di restare fuori perché detti requisiti non saranno più validi con la riforma a regime. Nonostante la complessità di gestione dell’operazione, all’Aimc sembra che la tutela dei percorsi intrapresi debba avere la prevalenza.


Scarica testo audizione: Audizione 20 maggio 2010 definitivo.pdf