Elezioni regionali febbraio 2013. Far crescere la scuola lombarda per far crescere il Paese

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L’appuntamento elettorale costituisce un’occasione importante per avviare, con tutte le forze politiche in campo, un dialogo sulla scuola e sulla formazione. La crisi economica e delle realtà produttive impongono la messa a punto di strategie di investimento sul capitale umano, sui giovani, sulla forza lavoro in termini di conoscenza, ricerca e sviluppo, soprattutto in una regione, come la nostra, che si colloca in un sistema di relazioni nazionali ed internazionali altamente competitivo.
L’attenzione alle competenze regionali in materia di istruzione e formazione, alla famiglia, a quella parte di sistema di welfare chiamato a dare risposte al diritto allo studio, all’organizzazione e all’offerta formativa e al raccordo con il mondo del lavoro sono “titoli” di possibili priorità sulle quali vorremmo confrontarci in un dialogo a più voci, nella convinzione che scuola e formazione possano liberare energie per fare della scuola e della formazione il motore della ripresa, la risorsa su cui anche la nostra Regione può contare per ritornare a prospettive di crescita. Servono energie per superare i momenti di crisi. Crediamo e vogliamo una scuola che sappia sviluppare cultura, formare competenze, promuovere lavoro: capacità che la scuola può avere solo se sostenuta nella trasmissione di valori da politiche lungimiranti e di giusto respiro.

Il sistema scolastico attuale appare in grave difficoltà nell’offrire ai giovani un’effettiva occasione di apprendimento: nella nostra regione l’abbandono scolastico è ancora attorno al 17 %1. La Costituzione italiana in materia di istruzione e formazione prevede competenze dirette e concorrenti in capo alle Regioni con riferimento soprattutto alla Istruzione e Formazione professionale.
Nella nostra Regione il sistema dell’istruzione e formazione professionale ha mostrato di essere un effettivo strumento funzionale di contrasto alla dispersione, offrendo allo studente percorsi e modalità adeguati alle proprie esigenze di vita e alle proprie modalità di apprendimento e innalzando il livello medio della preparazione di base delle singole persone, così come il livello medio del capitale culturale delle generazioni più giovani.
Riteniamo che i percorsi di formazione professionale, anche attraverso la diretta esperienza lavorativa, debbano continuare a perseguire quel profilo “educativo, culturale e professionale” che favorisce in tutti gli studenti sia il pieno esercizio dei diritti di cittadinanza sia la possibilità di proseguire verso percorsi di studio superiore. In questo senso è importante che nei diversi percorsi di studio/formazione, tanto la “persona che apprende” quanto la “competenza” – intesa come variabile di riferimento per i sistemi di riconoscimento, valutazione e certificazione degli apprendimenti – vengano messi al centro di ogni politica scolastica per qualificare sempre più il sistema, superando l’attuale sottovalutazione dei percorsi secondari professionalizzanti.
Per questo sarà necessario programmare itinerari formativi di livello secondario e terziario di alto grado di specializzazione, con carattere di terminalità, con metodologie didattiche induttive, 1 Dato ISTAT 2011 che partano dal saper fare per giungere alla conoscenza, unitamente a percorsi di formazione permanente per una crescita professionale lungo tutto l’arco della vita. Sarà inoltre strategico fornire alla istituzioni scolastiche e formative risorse e conoscenze per programmare opportune iniziative di orientamento.
La Legge regionale 19/2007 sul sistema educativo di istruzione e formazione, deve continuare ad essere punto di riferimento rendendo ancor più incisiva e completa la sua applicazione. In particolare, la quota capitaria per l’assegnazione delle risorse – prevista dall’art. 28 – deve continuare ad essere attuata per permettere al sistema formativo di sintonizzarsi con le esigenze dei singoli utenti e del contesto economico-sociale in cui crescono. Vanno messi a punto nuovamente i “coefficienti e criteri correttivi a vantaggio delle aree svantaggiate, nonché in relazione alla collocazione territoriale, alle caratteristiche dell’utenza e alla tipologia e qualità dell’offerta formativa”, rendendo effettivo questo principio per l’assegnazione delle risorse e perseguendo il principio costituzionale degli artt. 30 e 34, volto a rimuovere gli ostacoli di ordine economico che impediscono la libera scelta dei percorsi educativi. A questo criterio sono riconducibili anche i contributi alle scuole pubbliche non statali e alle scuole dell’infanzia inserite nel sistema pubblico integrato (L.R. 8/1999 e L. 62/2000). Il sistema delle doti (scuola, formazione, sostegno), in quanto strumento di sostegno e di potenziamento della libertà e della responsabilità educativa delle famiglie, deve essere mantenuto, sviluppato e aggiornato al fine di completare la modernizzazione del sistema di erogazione di provvidenze a sostegno del diritto allo studio e della libertà di scelta educativa, nel rispetto delle aspettative delle famiglie, delle scuole e dei centri di formazione professionale.
A fronte della crisi economica, le misure di sostegno dovranno continuare ad essere rivolte all’intera platea degli studenti del sistema pubblico integrato (scuole statali e paritarie) e per questo dovranno contare su criteri di pubblicità, trasparenza ed equità. Particolare attenzione dovrà essere rivolta alla facilitazione della frequenza delle fasce deboli e alla valorizzazione dei risultati raggiunti dagli studenti più capaci.
La scuola lombarda in questi anni si è caratterizzata, in tutti gli ordini e gradi, per la sua offerta formativa, con l’ampliamento dei servizi e l’attivazione di specifici percorsi anche sperimentali. Gli interventi statali sugli organici del personale hanno messo però a rischio la possibilità di mantenere i livelli qualitativi e gestionali dell’offerta formativa. Si rende allora necessario garantire un’organizzazione scolastica funzionale allo sviluppo di tale offerta. In questo senso riteniamo che Regione Lombardia debba esercitare un ruolo propulsivo per la sollecita applicazione di quanto previsto nella Bozza di accordo Stato-Regioni del 19 giugno 2012. In particolare, all’interno di scelte che potenziano e sviluppano l’ autonomia delle istituzioni scolastiche, singole o collegate in rete, la ripartizione degli organici del personale dovrà prendere in considerazione alcuni dati di realtà: presenze di alunni stranieri, di alunni con disabilità, di tempo scuola erogato, della situazione oro-geografica. Parimenti per la Regione e le istituzioni scolastiche dovranno essere previste, con adeguati livelli di verifica, concrete possibilità di esercitare prerogative e competenze loro attribuite dalla legge, nonché percorsi istituzionali di valutazione di sistema, in sintonia con Invalsi, Indire e Enti internazionali di valutazione, in una logica di accountability.
Per mettere a punto e collaudare esperienze innovative sul piano didattico e sociale, va resa possibile la sperimentazione di nuovi modelli organizzativi, finalizzati a migliorare l’economicità, l’efficienza e l’efficacia del sistema di istruzione. Secondo quanto prevede la bozza di accordo della Conferenza Stato-Regioni si tratta di attuare una politica regionale capace di trovare soluzioni organizzative che permettano la concreta attuazione di un sistema a “geometria variabile” in cui possa diventare effettivo l’esercizio dell’autonomia delle singole Regioni. In questa prospettiva va proseguita la sperimentazione in atto sul coinvolgimento degli istituti professionali di stato nella formazione professionale. Infine è necessario raccordare in maniera più stringente il rapporto scuola/mercato del lavoro.
Per aiutare l’introduzione di una virtuosa circolarità tra la formazione acquisita dai giovani e la loro occupazione, la strada obbligata è quella di far entrare il mondo del lavoro, di tutti i lavori, nel cammino di formazione dei giovani, a partire già dalle scuole secondarie di I e II grado, ma ancor più durante gli anni universitari. Per questo è fondamentale rendere obbligatori i tirocini curriculari, anticipare agli ultimi anni universitari il praticantato per le professioni che fanno riferimento a ordini e collegi professionali, potenziare l’apprendistato di alta formazione.
L’apprendistato è oggi l’unica forma possibile di lavoro organizzato, protetto e correttamente remunerato che permette, durante gli studi, di conseguire un titolo dal valore legale. Il suo potenziamento è legato anche ad un diverso equilibrio tra il trattamento retributivo e la qualità/quantità della formazione garantita dall’impresa.
Risulta infine strategico favorire parternariati, incoraggiare sponsorizzazione di scuole e centri di formazione professionale, promuovere sinergie e aggregazioni di imprese, università, scuole, istituzioni pubbliche e private di servizi e di ricerca, anche per sviluppare settori trainanti della nostra economia e incentivare la mobilità nazionale ed internazionale dei giovani della nostra regione.
Su questi temi chiediamo ai candidati alla Presidenza della Regione Lombardia un incontro per un confronto operativo.

Disma Vezzosi – AIMC Lombardia, Silvio Colombini – CISL Scuola Lombardia, Marielal Ferrante –
Diesse Lombardia, Roberto Fraccia – DiSal Lombardia, Stefano Pierantoni – UCIIM Lombardia.

 

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Lega Nord e Chiesa cattolica.Due decenni di strategie politico-religiose.

politica,chiesa cattolica,associazione città dell'uomo, fondazione giuseppe lazzatiLunedì, 24 ottobre 2011, ore 18 – 20 l’Associazione “Città dell’uomo” ha organizzato una Tavola rotonda presso la Fondazione “Giuseppe Lazzati”, Largo Corsia dei Servi, 4 – Milano.

L’incontro prende avvio dalla presentazione dei libri di :

Paolo Bertezzolo, Padroni a chiesa nostra. Vent’anni di strategia religiosa della Lega Nord, EMI, 2011;


Renzo Guolo, Chi impugna la Croce. Lega e Chiesa, Laterza,2011.
Sarà presente il primo dei due autori.

L’incontro sarà moderato da Luciano Caimi – presidente di Città dell’uomo.

 

 

Interverranno:

Mons. Franco Carnevali –  prevosto di S. Maria Assunta – Gallarate.
Luigi Franco Pizzolato – docente Università Cattolica di Milano.
Fabio Pizzul – Consigliere Regione Lombardia.

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Dare fiducia alla scuola

L’Associazione Italiana Maestri Cattolici riafferma la necessità che la scuola e i suoi professionisti non siano coinvolti nelle polemiche e nella conflittualità partitica o ideologica.
L’alta e imprescindibile funzione demandata dalla Costituzione della Repubblica alla scuola non può essere banalizzata e sottovalutata. Occorre, piuttosto, riconoscere e riaffermare con forza la natura di un sistema scolastico pubblico e integrato che vede esercitare pari funzione formativa ed educativa dalle sue varie istituzioni, a prescindere dalla natura del gestore sia esso Stato o Ente paritario (locale, religioso, privato). Un sistema che si fonda sul rispetto della libertà di scelta delle famiglie e sul rispetto della libertà costituzionale di insegnamento dei docenti, proprio per evitare che esista una scuola “di Stato”, di regime, di ideologia dominante.
Va altresì ribadita con chiarezza la funzione educativa della scuola che integra, non sostituisce, quella della famiglia. La scuola, che mira allo sviluppo e alla crescita integrale della persona, non può perseguire come obiettivo l’“inculcare” negli alunni pillole di ideologie o disvalori: quotidianamente centinaia di migliaia di docenti italiani si confrontano con le aspettative, i dubbi, le incertezze e le speranze dei loro alunni per aiutarli nel loro lungo e faticoso processo di crescita.
La scuola non è il luogo dei dogmi partitici ma dei valori, quei valori che sono alla radice del comune sentire, della nostra cultura e della nostra storia. È luogo in cui si impara, giorno dopo giorno, che le contrapposizioni sono naturali ma è proprio nella logica del dialogo e del rispetto assoluto dell’altro e della libertà di espressione delle diverse posizioni, anche se scomode o controcorrente che si cresce. 
L’Aimc, esprimendo apprezzamento e condivisione per le parole del presidente della CEI card. Angelo Bagnasco, chiede alle più alte cariche dello Stato di confermare la fiducia nella professionalità dei docenti italiani e nella scuola del nostro Paese.

Roma, 28 febbraio 2011
La presidenza nazionale Aimc

Rassegna stampa: la Chiesa ha fiducia in tutta la scuola

bagnasco.jpgIl sole 24 ore

Bagnasco: la Chiesa ha fiducia in tutta la scuola
28 febbraio 2011

La Chiesa interviene dopo le accuse del premier Silvio Berlusconi che nei giorni scorsi aveva attaccato la scuola pubblica colpevole, a suo dire, di inculcare idee diverse «da quelle che vengono trasmesse nelle famiglie». Lo fa per bocca del presidente della Cei e arcivescovo di Genova, il cardinale Angelo Bagnasco. «La Chiesa, come sempre, ha molta stima e fiducia nella scuola perchè è un luogo privilegiato dell’educazione, tanto più perché siamo nell’ambito del decennio sulla sfida educativa che la Cei ha scelto. Quindi ci sta a cuore l’educazione integrale, anche attraverso la scuola, in qualunque sede, statale o non statale. L’importante è che ci sia questa istruzione ma anche questa formazione della persona, che è scopo della scuola a tutti i livelli».

L’elogio degli insegnanti
Parlando a margine dell’incontro a Palazzo Ducale di Genova su ‘”La formazione della coscienza nel Beato John Henry Newman” Bagnasco ha quindi aggiunto che «ci sono tantissimi insegnanti e operatori che si dedicano al proprio lavoro con grande generosità, impegno e competenza, sia nella scuola statale, sia non statale, quindi il merito va a loro. Tutti quanti ci auguriamo che anche la libertà di scelta dei genitori nell’educazione dei figli possa essere concretizzata sempre più e meglio, ma questo riguarda un altro aspetto della scuola non statale. In generale – ha concluso il porporato – sicuramente tutti auspichiamo che la scuola a tutti i livelli e in tutte le sedi, possa veramente rispondere al desiderio dei genitori per i loro figli».

La Repubblica

Scontro sull’istruzione, parla Bagnasco
“La Chiesa ha fiducia in tutta la scuola”

Due giorni dopo l’attacco del premier, parla il presidente della Cei : “Ci sta a cuore la formazione, a tutti i livelli”. Il ministro Gelmini: “Nessuno vuole privatizzarla”, ma i democratici rispondono: “E’ vero, la volete uccidere”, e indicono un sit in di protesta.
Schifani: “Archiviare polemiche già chiarite”.

ROMA – “Ci sta a cuore l’educazione in qualunque sede, statale o non statale”. Il presidente della Cei, Angelo Bagnasco, risponde così indirettamente alle polemiche suscitate dalle parole del premier, Silvio Berlusconi, secondo il quale la scuola pubblica “inculca” ai giovani valori contrari a quelli della famiglia.
“La Chiesa, come sempre, ha molta stima e fiducia nella scuola – afferma il capo dei vescovi italiani – perché è un luogo privilegiato dell’educazione, tanto più che siamo nell’ambito del decennio sulla sfida educativa, che la Cei ha scelto. Quindi ci sta a cuore l’educazione integrale anche attraverso la scuola e in qualunque sede, statale o non statale, l’importante è che ci sia questa istruzione ma anche questa formazione della persona che è scopo della scuola a tutti i livelli”.

“Ci sono tantissimi insegnanti e operatori che, sappiamo, si dedicano al proprio lavoro con grande generosità, impegno e competenza, sia nella scuola statale che non statale. Quindi il merito va a loro – aggiunge Bagnasco -. Tutti ci auguriamo che anche la libertà di scelta dei genitori nell’educazione dei figli possa essere concretizzata sempre più e meglio, ma questo riguarda un altro aspetto della scuola non statale. In generale, sicuramente tutti auspichiamo che la scuola, a tutti i livelli e in tutte le sedi, possa veramente rispondere ai desideri dei genitori per i loro figli”.

Gelmini: “Nessuno vuole privatizzare”. Il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini risponde alle polemiche innescate dalle parole del premier: “Nessuno vuole privatizzare la scuola statale”, ha affermato il ministro Gelmini, perché ha una funzione pubblica”. Il ministro si è poi detta contraria a “dividere tra opposte tifoserie” perchè a suo avviso, “la polemica è stata mal posta”. Gelmini ha aggiunto che “non c’è altra strada che aprire la formazione al settore produttivo per accorciare la carriera scolastica e di studio dei ragazzi”, per colmare il gap tra domanda e offerta di lavoro. Il contratto di apprendistato “non è una forma di sfruttamento”, e anzi va potenziato. “In Lombardia c’è un accordo secondo il quale la formazione professionale assorbe anni di obbligo scolastico”.

Pd: “Volete uccidere la scuola”. Il responsabile scuola della segreteria del Pd, Francesca Puglisi, risponde al ministro Gelmini: “Una volta tanto concordiamo con il Ministro della pubblica istruzione quando cerca di correggere il tiro del premier dopo le inqualificabili parole sulla scuola pubblica”. Puglisi dice che “E’ vero che il governo non vuole privatizzare la scuola, infatti vuole direttamente, lasciarla morire per favorire quella privata. E ha iniziato a farlo da tempo”. Puglisi conclude: “questo è il risultato, infatti, dopo gli 8 miliardi di tagli in tre anni operati dal governo del quale la Gelmini fa parte. Il resto, purtroppo, sono solo chiacchiere”.

Schifani: “Polemiche già chiarite”. Al commento del ministro Gelmini si aggiunge quello del presidente del Senato, Renato Schifani: “Spero che le polemiche di questi giorni sulla scuola vengano archiviate al più presto, perchè tra l’altro vi sono stati dei chiarimenti e dei controchiarimenti. Queste polemiche penso facciano parte del clima di forte tensione che stiamo vivendo, che non fa bene al Paese”. “La scuola”, continua Schifani, “svolge una funzione primaria: educa le future classi dirigenti del Paese e a questa va riconosciuto un ruolo indispensabile. C’è la scuola pubblica, c’è quella privata e vi è piena libertà di scelta”, ha concluso il presidente del Senato.

Sit in a Palazzo Chigi. Il Pd ha promosso un sit-in sotto Palazzo Chigi per le 17,30 di martedì 1 marzo. Il nome della manifestazione è “Basta con la demolizione della scuola pubblica”, saranno presenti tra gli altri e la presidente dell’Assemblea nazionale del Pd Rosi Bindi e i capigruppo Pd di Camera e Senato, Dario Franceschini e Anna Finocchiaro.

La Stampa

Bagnasco: ho fiducia in tutta la scuola
Il presidente dei vescovi: statale o no, è importante la formazione
Gli studenti scendono in piazza contro le parole di Berlusconi

GENOVA
La Chiesa ha «stima e fiducia nella scuola», ha a cuore «l�educazione integrale», in «qualunque sede, statale o non statale», a patto che ci sia la «formazione della persona che è scopo della scuola a tutti i livelli». Così il card. Angelo Bagnasco, presidente della Cei, è intervenuto a Genova, ricordando che «ci sono tantissimi insegnanti e operatori che sappiamo che si dedicano al proprio lavoro con grande generosità, impegno e competenza, sia nella scuola statale che non statale. Quindi il merito va a loro».

A tre giorni dalle polemiche seguite all’intervento di Silvio Berlusconi al congresso dei Cristiano-riformisti, si moltiplicano gli «attestati» di importanza nei confronti della scuola pubblica. Oltre al card. Bagnasco, infatti, anche il presidente del Senato, Renato Schifani è intervenuto: «La scuola svolge una funzione primaria: educa le future classi dirigenti del Paese, e a questa va riconosciuta una funzione indispensabile». A margine di un incontro in Abruzzo, la seconda carica dello Stato ha aggiunto: «Spero che le polemiche di questi giorni vengano archiviate al più presto, perchè tra l’altro vi sono stati dei chiarimenti e controchiarimenti».

Forte ed equilibrato l’intervento del presidente della Cei: «La Chiesa, come sempre, ha molta stima e fiducia nella scuola perchè è un luogo privilegiato dell’educazione, tanto più che siamo nell’ambito del decennio sulla sfida educativa, che la Cei ha scelto. Quindi ci sta a cuore l’educazione integrale anche attraverso la scuola e in qualunque sede, statale o non statale, l’importante è che ci sia questa istruzione, ma anche questa formazione della persona che è scopo della scuola a tutti i livelli».

«Ci sono tantissimi insegnanti e operatori che sappiamo si dedicano al proprio lavoro con grande generosità, impegno e competenza, sia nella scuola statale che non statale. Quindi il merito va a loro». «Tutti quanti – ha aggiunto – ci auguriamo che anche la libertà di scelta dei genitori nell’educazione dei figli possa essere concretizzata sempre più e meglio, ma questo riguarda un altro aspetto della scuola non statale». «In generale – ha concluso Bagnasco – sicuramente tutti auspichiamo che la scuola, a tutti i livelli e in tutte le sedi, possa veramente rispondere ai desideri dei genitori per i loro figli».

Ma le polemiche non si placano e gli studenti annunciano la loro presenza in piazza per il Costituzione Day del 12 marzo. E al ministro Mariastella Gelmini che ha ribadito che «nessuno vuole privatizzare la scuola statale», «statale o paritaria essa ha una funzione pubblica», il Pd ribatte dicendo che il «governo vuole, direttamente, lasciare morire la scuola per favorire quella privata». Non solo: secondo il senatore del Pd Roberto Di Giovan Paolo, dal cardinale Bagnasco è arrivata una «secca smentita delle tesi del premier sulla scuola. Berlusconi cerca di accattivarsi le simpatie dei cattolici, ma non è credibile».

Il Giornale

Istruzione, Bagnasco: “Fiducia in tutta la scuola Merito degli insegnanti”

Il presidente della Cei esprime il suo parere positivo nei confronti della scuola pubblica e privata: “La Chiesa ha molta stima e fiducia nella scuola perché è un luogo privilegiato dell’educazione”

“La chiesa, come sempre, ha molta stima e fiducia nella scuola perché è un luogo privilegiato dell’educazione, tanto più che siamo nell’ambito del decennio sulla sfida educativa, che la Cei ha scelto. Quindi ci sta a cuore l’educazione integrale anche attraverso la scuola e in qualunque sede, statale o non statale, l’importante è che ci sia questa istruzione ma anche questa formazione della persona che è scopo della scuola a tutti i livelli”. Sono le parole dell’arcivescovo di Genova e presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, a margine dell’incontro “La formazione della coscienza nel Beato John Henry Newman”. Bagnasco ha poi continuato: “Ci sono tantissimi insegnanti e operatori che sappiamo che si dedicano al proprio lavoro con grande generosità, impegno e competenza, sia nella scuola statale che non statale. Quindi il merito va a loro”. “Tutti quanti – ha aggiunto – ci auguriamo che anche la libertà di scelta dei genitori nell’educazione dei figli possa essere concretizzata sempre più e meglio ma questo riguarda un altro aspetto della scuola non statale”. “In generale – ha concluso – sicuramente tutti auspichiamo che la scuola, a tutti i livelli e in tutte le sedi, possa veramente rispondere ai desideri dei genitori per i loro figli”

Avvenire

Bagnasco: «La Chiesa ha stimanella scuola, statale o non statale»

“La Chiesa, come sempre, ha molta stima e fiducia nella scuola perché è un luogo privilegiato dell’educazione, tanto più che siamo nell’ambito del decennio sulla sfida educativa, che la Cei ha scelto. Quindi ci sta a cuore l’educazione integrale anche attraverso la scuola e in qualunque sede, statale o non statale, l’importante è che ci sia questa istruzione ma anche questa formazione della persona che è scopo della scuola a tutti i livelli”: ad affermarlo l’arcivescovo di Genova e presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, a margine dell’incontro “La formazione della coscienza nel Beato John Henry Newman”.

“Ci sono tantissimi insegnanti e operatori che sappiamo che si dedicano al proprio lavoro con grande generosità, impegno e competenza, sia nella scuola statale che non statale. Quindi il merito va a loro”. “Tutti quanti – ha aggiunto – ci auguriamo che anche la libertà di scelta dei genitori nell’educazione dei figli possa essere concretizzata sempre più e meglio ma questo riguarda un altro aspetto della scuola non statale”. “In generale – ha concluso – sicuramente tutti auspichiamo che la scuola, a tutti i livelli e in tutte le sedi, possa veramente rispondere ai desideri dei genitori per i loro figli”.

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L’educazione calpestata

bannerlogoforumscuolapiemonte130x762.jpgLe associazioni del “FORUM REGIONALE PER L’EDUCAZIONE E LA SCUOLA” del Piemonte hanno aderito alla giornata “SE NON ORA, QUANDO” tenuta a Torino il 13. 02. 2011 con la sottoscrizione del seguente comunicato:


L’educazione calpestata

Come insegnanti, educatori,  dirigenti scolastici, donne e uomini di scuola, ci chiediamo come poter continuare il nostro lavoro, che è quello di dare istruzione e formazione a tutti,seguendo i principi di moralità, di onestà e decoro, richiamati dalla nostra Costituzione, se quotidianamente, alcune istituzioni della nostra Repubblica sono ingiuriate e calpestate da chi le dovrebbe onorare e difendere.

Come è possibile  ragionare ancora in scuola con i giovani intorno al significato di importanti concetti, quali “cittadinanza”, “democrazia”, “politica”, “Costituzione”, “diritti e doveri dei cittadini”, “eguaglianza“, “libertà”, “etica”, “dialogo”, se chi è stato chiamato a governare e a garantire i nostri beni comuni, calpesta, per i propri interessi personali, con le parole e, come pare, anche con i fatti, la “dignità” delle persone nel loro pensiero e nel loro fisico e si dimostra incapace di riconoscere e accettare per sé  norme e regole che ogni altro cittadino è, giustamente, chiamato a rispettare.

Ci chiediamo come sia possibile motivare i giovani che vengono affidati alla scuola a prepararsi con impegno al futuro che li attende, se gli esempi e i modelli di comportamento che provengono da chi ha, o dovrebbe avere, la responsabilità del governo della nazione e della stessa scuola nazionale, sono del tutto opposti.

A che serve faticare sui libri e sui quaderni, sforzarsi di acquisire  saperi e competenze, quando c’è chi propone ai giovani e, soprattutto, alle giovani donne, “facili strade al successo” economico, sociale e politico, facendo credere che ci sono vie che si possono percorrere anche senza studio e senza impegno,  e mettendo, fra l’altro, in ridicolo il valore dei titoli di studio e le professionalità effettivamente posseduti.

Siamo certi che i docenti e gli operatori dell’educazione piemontesi continueranno, nonostante tutto, ad impegnarsi nello sforzo di formare cittadini liberi, ricchi di conoscenze e di principi. Sappiamo che questa è una strada fondamentale  per offrire ad un’ intera generazione qualche speranza di conquistare futuro con le proprie mani, con le proprie competenze, con la propria intelligenza.

Le nostre associazioni cercheranno, insieme alle altre organizzazioni della società civile e ai cittadini che credono nei valori della Costituzione, di offrire ai giovani  tutto l’aiuto possibile, sperando che il nostro Paese riesca ad avere una classe politica più  credibile  che, insieme alla sua scuola, ritrovi forza e dignità, per onorare i suoi 150 anni di storia unitaria.


AEDE (Associazione Europea degli Insegnanti)

AIMC (Ass. Italiana Maestri Cattolici)   
AMNT (Associazione Magistrale Niccolò Tommaseo)                           ANDIS (Ass. Nazionale Dirigenti Scolastici)
ANISN (Associazione Nazionale Insegnanti di Scienze Naturali)            FNISM (Federazione Nazionale Insegnanti)
ASAPI (Associazione Scuole  Autonome Piemonte)                             LA CASA DEGLI INSEGNANTI
CIDI (Centro di Iniziativa Democratica degli Insegnanti)                          MCE (Movimento Cooperazione Educativa)
LEGAMBIENTE – Scuola e Formazione Piemonte                                UCIIM (Unione Cattolica Italiana Insegnanti Medi)
PROTEO fare e sapere


Scarica comunicato: Comunicato 13 FEBBRAIO.pdf