Il Cardinale Angelo Scola incontra il mondo della Scuola

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67ma Mostra Internazionale del cinema di VeneziaIl giorno 22 gennaio 2014 dalle ore 18,30 alle ore 20,30 il Cardinale Angelo Scola desidera incontrare gli Insegnanti, i Dirigenti scolastici e il Personale ATA per un momento di confronto e di dialogo e per testimoniare la sua stima per tutti coloro che lavorano nella scuola. L’incontro si inserisce all’interno del percorso pastorale “Il Campo è il Mondo”, all’inizio della Settimana dell’Educazione, in preparazione all’incontro di tutta la scuola italiana con il Santo Padre del 10 maggio 2014.
La partecipazione all’evento va segnalata obbligatoriamente compilando il modulo online all’indirizzo web www.ircmi.it che va stampato e consegnato all’ingresso del Duomo.

Saluto del Papa ai delegati partecipanti al XX Congresso Nazionale dell’AIMC

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Saluto l’Associazione Italiana Maestri Cattolici, vi incoraggio nel vostro lavoro educativo … è molto importante!” con queste parole Papa Francesco ha salutato durante l’Angelus di Domenica 5 gennaio 2014 i delegati partecipanti al XX Congresso Nazionale dell’AIMC tenutosi a Roma, presso il NH Hotel Midas, dal 3 al 5 gennaio. Il titolo del Congresso “Salviamo la Scuola. L’impegno di tutti per il futuro del Paese” è stata l’occasione per fare il bilancio dell’attività dell’Associazione ed elaborare le linee per il prossimo quadriennio. Nell’occasione sono stati eletti i membri del nuovo Consiglio Nazionale che hanno confermato alla Presidenza Nazionale il Dott. Giuseppe Desideri, al quale vanno i complimenti e l’augurio di un proficuo lavoro da parte di tutta l’AIMC della Province di Milano e di Monza e Brianza.

Ripresa integrale dell’Angelus del 5 Gennaio 2014

Notizia dall’Agenzia ASCA

Intervento del Presidente AIMC Giuseppe Desideri all’indomani della sua elezione

Il venerabile LAZZATI e l’Associazione Italiana Maestri Cattolici

giuseppe lazzati, aimc, cisl scuola, Democrazia Cristiana, Padre Agostino Gemelli, università cattolica, Rita Ludovico, Matilde Parenti, Ezio Franceschini, giorgio la pira, giuseppe dossetti, Azione CattolicaNei primi giorni dello scorso luglio fu Papa Francesco a dare l’annuncio dell’imminente canonizzazione dei suoi predecessori Giovanni Paolo II e  Giovanni XXIII. In quella stessa occasione fu data la notizia dell’avvenuta firma del decreto col quale venivano riconosciute le virtù laiche dell’ex rettore dell’Università Cattolica Giuseppe Lazzati  deceduto all’età di 77 anni nel 1986. Il provvedimento, prima condizione richiesta per la beatificazione, è stato richiamato dall’Arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.
Papa Ratzinger, da cardinale, scrisse: “ Virtù eroica  non vuol dire che uno ha fatto grandi cose da sé, ma che nella sua vita appaiono realtà che non ha fatto lui, perché egli è stato trasparente e disponibile per l’opera di Dio “. Aldo Maria Valli, noto vaticanista, commenta che l’eroicità sta in questo ‘ lasciarsi fare’ da Dio.
La ricca biografia del professore Lazzati conferma la qualità, la varietà e la quantità del generoso  suo impegno a favore della ‘ città dell’uomo’. Chi scrive ha avuto la fortuna di conoscere e di praticare Giuseppe Lazzati per quattro anni presso la  sede istituzionale del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione al palazzo della Minerva in viale Trastevere a Roma. Era il 1970: in programma il rinnovo del massimo organo consultivo dell’amministrazione scolastica all’epoca articolato in tre sezioni, la prima riservata all’istruzione universitaria, la seconda alla scuola secondaria di primo e secondo grado e la terza per l’esame dei problemi riguardanti la scuola primaria e la  scuola materna, da appena due anni inserita nel sistema scolastico statale.


Ambrogio Ietto

Il meccanismo elettorale previsto per la composizione della terza sezione risultava piuttosto macchinoso in quanto organizzato in due fasi: a livello provinciale concorrevano liste di candidati costituite da maestri, direttori didattici ed ispettori scolastici; gli eletti partecipavano in secondo grado a designare, tramite regolare votazione  in programma presso seggi costituiti all’interno dell’edificio ministeriale, i componenti dell’organo collegiale.
L’Associazione Italiana Maestri Cattolici, magistralmente presieduta dall’indimenticabile  Maria Badaloni,  stimata parlamentare della Democrazia Cristiana, considerava l’esito della  consultazione la cartina al tornasole per meglio accreditare, presso il contesto politico- decisionale, le attese del mondo magistrale italiano, in particolare quello di ispirazione cristiano – cattolica. Il rapporto tra l’Associazione e il Sindacato della scuola elementare della Cisl era particolarmente saldo sia pure nel rispetto della reciproca autonomia. In un incontro allargato a tutti gli eletti di fede cattolica, preparatorio all’insediamento del neo- costituito  organismo e coordinato dalla presidente Badaloni, furono date le consegne: vice – presidente del Consiglio Superiore della P.I. sarebbe stato eletto il prof. Leopoldo Elia, successivamente designato presidente della Corte Costituzionale, e presidente della Terza Sezione dello stesso organismo il prof. Giuseppe Lazzati da poco eletto rettore all’Università Cattolica del Sacro Cuore nella fase straordinariamente critica della post-contestazione studentesca del 1968.
A referenziarlo non era solo la sua già straordinaria biografia: la pregressa appartenenza alla Gioventù Italiana di Azione Cattolica, la partecipazione nella qualità di tenente degli Alpini alla seconda guerra mondiale, l’internamento nei campi di concentramento nazisti ad Innsbruck e in Polonia, l’impegno politico con Giorgio La Pira e Giuseppe Dossetti, l’elezione all’Assemblea  Costituente, la successiva attività  parlamentare, la docenza universitaria, la direzione del quotidiano cattolico ‘L’Italia’ e, in gioventù, la ‘consacrazione secolare’. Forte era in Lazzati anche la spinta a servire la ‘città dell’uomo’. In quel momento storico la scuola primaria e l’università furono percepite da Lui come le articolazioni  più delicate del sistema formativo e più determinanti per la ripresa e il progresso dell’Italia. Nello stesso tempo si consolidava la particolare intesa tra l’AIMC e l’Università Cattolica felicemente avviata da tempo con padre Agostino Gemelli e poi con Ezio Franceschini, predecessori di Lazzati anche nella presidenza della Terza Sezione del CSPI.
A rappresentare l’Associazione in Consiglio erano la compianta, incomparabile Tilde Parente, l’amico Lucio Guasti, all’epoca docente nelle scuole primarie, chi scrive e, sia pure nella qualità di designata dell’Associazione dei Patronati Scolastici, la cara Rita Ludovico anch’ella da tempo nella Casa del Padre. Per tutti noi la presidenza Lazzati si manifestò subito come occasione preziosa di formazione continua.
Senza ombra di ostentazione, anzi con naturale, penetrante umiltà alimentò in ciascuno di noi il desiderio a seguirlo nelle sue ricche, articolate riflessioni che risultavano quanto mai pertinenti alle questioni sottoposte al parere del Consiglio. Il suo solido retroterra culturale di prevalente taglio classico – umanistico e l’esperienza politico – parlamentare maturata si saldavano, in una efficace ed efficiente sintes pienamente funzionale ad uno svolgimento rapido e puntuale dei lavori.
Quel quadriennio di attività della Sezione fu concentrato in prevalenza sull’intera materia dei decreti delegati derivanti dalla legge di delega n. 477/1974 e datati 31/05/1974, sull’intesa raggiunta in materia scolastica tra lo Stato italiano e le province autonome di Trento e Bolzano e nell’elaborazione della direttiva di orientamento sul tempo pieno in applicazione della legge n. 820/1971.
La presenza del presidente Lazzati ai lavori fu costante, attenta sempre sia alla forma sia al merito delle decisioni. Guidò i lavori anche nel corso di sedute esclusivamente dedicate al contenzioso e ai provvedimenti disciplinari senza mai manifestare noia, indifferenza o insofferenza. Rimarcava spesso che dentro quei faldoni, anche se polverosi, c’erano storie umane che meritavano attenzione massima, puntuale riferimento alla norma  e doveroso equilibrio.
Fu, in particolare, il suo stile di vita ad impressionare tutti noi: pur potendo utilizzare una delle tante automobili disponibili nel parco veicoli del Policlinico Gemelli, diramazione e sede della Facoltà di medicina e chirurgia  dell’Università da Lui retta, si muoveva in Roma esclusivamente con mezzi pubblici.
Due ricordi rimangono particolarmente vivi nella mia mente: una tenerissima, delicata domanda sullo stato di salute dei miei cari, postami nel momento in cui arrivavo, per la prima ed  unica volta, con dieci minuti di ritardo ad una seduta del Consiglio e la particolare cordialità con la quale mi salutò a Salerno, nel Salone dei marmi del Palazzo di Città, prima dell’avvio di una sua programmata relazione. Due manifestazioni spontanee, semplici  di una grande personalità che la Chiesa, nel rispetto assoluto delle procedure previste, si sentirà nel dovere di elevare alla dignità dell’altare.

 

Ambrogio Ietto

Batti un cinque

batti 5 2.jpgll decanato Caritas di Lissone che comprende i comuni di LIssone, Biassono, Mascherio, Sovico  e  Vedano  per far fronte alla grave crisi economica in atto ha deciso si istituire un fondo che possa aiutare chi ha perso il lavoro a riqualificarsi tramite dei corsi di formazione professionale.

L’iniziativa “batti un cinque” permette, con un contributo minimo di  5€  mensili, di contribuire alla costituzione del fondo per la riqualificazione professionale.

Volantino

La tradizione della fede e il riscatto dell’educazione

pierangelo sequeri,scuola,insegnamento,docenti,dirigenti scolastici,associazione,aimc,chiesa,educazione,fede«A noi cristiani è rimasto un unico segmento di iniziazione, la scuola. Non siamo più in grado di affrontare i nostri figli, ma essi vanno affrontati, ed è il nostro lavoro per onorare la serietà di quello che abbiamo loro consegnato. E non siamo neppure più in grado di proteggerli, eppure dobbiamo proteggerli. Ora, il segmento scolastico è l’unico punto di iniziazione che ci è rimasto, ed è strategico. In esso il cattolicesimo deve porre i migliori. I ragazzi non lo ammetteranno mai, ma se incontrano un insegnante competente e creativo, attraverso qualsiasi materia scolastica si potrà introdurre il giovane nell’umanità del mondo, persino nello Spirito Creatore del mondo. I ragazzi non aspettano altro, anche quelli che giudichiamo molto distanti. Nel segmento scolastico bisogna però inserire i migliori, allenarli affinché diventino professori di scuola e di università. Bisogna rinforzare il segmento scolastico perché è più strategico di quello del divertimento e del tempo libero. L’impianto disciplinare costringe in qualche modo ad occuparsi dell’oggetto e non di sé. Gli oggetti della vita e del pensiero sono straordinari, per essi necessita un autentico innamoramento e questo è un enorme antidoto. Là dove la scuola possiede tale forza, la pervasività del sistema viene arginata. Solo in questo modo si può incrinare il suo potente sistema omologatore. Bisogna invadere l’istituzione pubblica con alta qualità individuale. Oggi conta l’autorevolezza del singolo. È necessaria una grande passione educativa, e in questo settore abbiamo delle concrete possibilità. I migliori vanno assegnati a questo obiettivo a breve termine. Questo, lo ripeto, è un elemento strategico perfettamente compatibile con il progetto cristiano, perché è ancora in grado di resistere a quell’effetto di omologazione che, se non contrastato, è destinato ad invaderci quasi senza accorgercene. La considero una sfida appassionante, genuinamente cristiana e cattolica, perfettamente allineata a quella tradizione del cattolicesimo che non ha mai snobbato l’istituzione e che da sempre sa che la grazia e l’istituzione operano insieme. La grazia produce entusiasmo, ma il lavoro si può portare a compimento unicamente intrecciando l’operato delle due componenti atte a generare il successo» .


Pierangelo SEQUERI, La tradizione della fede e il riscatto dell’educazione, in A. BOZZOLO – R. CARELLI (ed.), Evangelizzazione e educazione, 452-462: 461.

«Negli ultimi tempi, noi stessi abbiamo mancato di rigore e di slancio, in contrasto con la grande tradizione europea, e anche italiana, di insegnanti cristiani di personalità solida, passione educativa e competenza impeccabile. La scuola è l’unico segmento istituzionale di iniziazione ad un umanesimo condiviso che sia rimasto. Tutto il resto è “fai da te”, peer group, media-video. È un nodo strategico e i ragazzi, sfiduciati e sfilacciati come sono, si aspettano moltissimo: non appena compare un insegnante come si deve, la polarizzazione è altissima, imprevedibile, commovente. […] Nella scuola dobbiamo mandarci i migliori che abbiamo: non venditori o rappresentanti di immaginette e slogan, ma gente che domina il sapere e ha passione per servire lo spirito. E dobbiamo sostenere questi. E sostenere questo. Non sono la predichetta furba o il giovanilismo mistico che fanno la differenza. Un insegnante, di qualsiasi disciplina, ti può cambiare la vita spiegandoti il corso di un fiume. Non è l’apologetica della religione, il punto. È l’apologetica del sapere, del pensare, del lavoro della mente e del coinvolgimento delle passioni dello spirito che ti cambia la vita. I ragazzi lo sanno, infallibilmente, per istinto. Gli adulti ci credono poco. E al fatto che possa accadere ai ragazzi, non credono per niente. Questo li indebolisce: la parte pavida e parassita dell’adolescenza è incoraggiata a prendere il sopravvento. I ragazzi, aizzati dagli adulti all’opportunismo più redditizio possibile, cedono ad essa. Ma ci disprezzano per questo» .


Pierangelo SEQUERI, Intorno a Dio. Intervista di Isabella Guanzini, La Scuola, Brescia 2010, 26-27.