Dall’organico di diritto… all’organico fatto

Comunicato

 

L’Associazione Italiana Maestri Cattolici (AIMC), riguardo la Circolare inerente l’adeguamento degli organici di diritto alle situazioni di fatto, si sofferma su alcune delicate questioni:

– il carattere di non obbligatorietà della scuola dell’infanzia, ancora una volta, ne penalizza la generalizzazione ed estensione: a tal proposito, si auspica che il MIUR, attraverso accordi con le Regioni, possa reperire risorse necessarie per garantirne la diffusività sul territorio nazionale in linea con la precedente normativa nazionale e con le direttive internazionali;

– il richiamo a evitare soluzioni organizzative frammentarie, che penalizzano la proposta formativa della lingua inglese nella scuola primaria e dell’approfondimento nelle materie letterarie nella scuola secondaria di 1° grado, risulta complessivamente positivo; tuttavia, il rispetto di tali vincoli e raccomandazioni limita, di fatto, l’autonomia didattica e organizzativa delle scuole e potrebbe interrompere situazioni di continuità didattica e d’insegnamento condivise con i docenti coinvolti, portando i Collegi dei docenti a deliberare criteri che rischierebbero di configgere con l’organizzazione oraria di altre discipline;

– l’indicazione, di massima, di limitare la costituzione di classi con più di 20 alunni in presenza di un alunno disabile grave o di due alunni disabili, già in parte disattesa con l’organico di diritto, risulta poco praticabile in sede di organico di fatto, considerate le scarse possibilità di sdoppiamento delle classi.

    L’AIMC ritiene opportuno che, proprio in vista di una crescita dell’autonomia della scuola e delle professionalità in esse presenti, operazioni come l’adeguamento dell’organico di fatto diventino in futuro strumenti di compensazione di situazioni che hanno avuto variazioni, ma non di certo mezzi attraverso i quali limitare ulteriormente flessibilità organizzativa e progettualità nei territori.

Roma, 26 luglio 2011
La presidenza nazionale AIMC

Inclusione dell’alunno con disabilità

disabilità.jpgLa disabilità è un concetto in continua evoluzione ed  “è il risultato dell’interazione tra persone con menomazioni e le barriere comportamentali ed ambientali, che impediscono la loro piena ed effettiva partecipazione alla società su base di uguaglianza con gli altri” (Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, 2006, Preambolo punto e).

 

La Convenzione ONU è stata ratificata dal Parlamento Italiano con la Legge n 18 del 3 marzo 2009, che vincola l’Italia, qualora l’ordinamento interno avesse livelli di cautela dei diritti delle persone con disabilità inferiori a quelli indicati dalla Convenzione, a emanare norme ispirate ai principi ivi espressi.

Le Linee Guida per l’integrazione degli alunni con disabilità del MIUR del 2009 riprendono la definizione di disabilità della Convenzione, che supera “un approccio focalizzato  solamente sul deficit della persona con disabilità, accogliendo il modello sociale della disabilità e introducendo i principi di non discriminazione, parità di opportunità, autonomia, indipendenza con l’obiettivo di conseguire la piena inclusione sociale, mediante il coinvolgimento delle stesse persone con disabilità e delle loro famiglie.”

La lettura incrociata delle disposizioni normative permette di sintetizzare alcuni principi fondamentali che assurgono a pilastri delle politiche educative, riabilitative, sociali a sostegno della persona con disabilità nell’arco della vita:

  • Riconoscimento dello status di cittadino;
  • Riconoscimento della diversità;
  • Costruzione di un sistema di alleanze;
  • Affermazione della logica degli investimenti e non dei costi.

La scuola inclusiva è quella che assume il principio di responsabilità nei confronti del progetto di vita di tutti gli alunni da parte di tutti gli adulti che lavorano per e con loro.
Possiamo quindi affermare che una scuola è realmente inclusiva quando:

  • tutti gli alunni, senza distinzioni connesse alla disabilità, possono sviluppare al massimo livello possibile la propria personalità, i propri talenti, la propria creatività e le proprie abilità fisiche e mentali;
  • tutto l’ambiente fisico, le strutture, i materiali didattici sono pienamente fruibili ed in piena uguaglianza da parte di tutti gli alunni, indipendentemente dalle loro condizioni di salute e dalle loro menomazioni;
  • nessuno viene escluso dalla scuola in ragione della sua disabilità;
  • la didattica è garantita a tutti con il massimo livello di personalizzazione possibile, cioè vengono garantite a tutti le prassi didattiche ed educative normali ma nello stesso tempo “speciali”, perché arricchite di specificità tecniche fondate sui dati più recenti della ricerca scientifica in ambito psicologico, pedagogico e didattico, utili per tutti gli alunni.

Scarica allegato: dichiarazione di intenti handicap.doc

 

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Relazione annuale 2009 del Gruppo di Lavoro Interistituzionale Provinciale per l’handicap di Milano (G.L.I.P.)

Diapositiva1.JPGIl Gruppo di Lavoro Interistituzionale per l’Handicap di Milano (G.L.I.P.) ha pubblicato la relazione annuale 2009 sulle attività svolte (art. 4, comma 2, lettera f del D.M. n. 122 dell’11.4.1994).

La relazione illustra gli interventi, i problemi aperti e le prospettive di lavoro che interessano ben 11.291 alunni così distribuiti: 727 nella scuola dell’infanzia; 4926 nella scuola primaria; 3880 nella scuola secondaria di primo grado; 1758 nella scuola secondaria di secondo grado.

La relazione presenta gli obiettivi definiti dal Piano annuale delle attività predisposto ai sensi della legge 104/92:

 

  1. Consolidare la conoscenza della tipologia dell’handicap presente nelle Scuole per permettere interventi integrati mirati;
  2. Assistere sul versante organizzativo ed amministrativo, le  Scuole-snodo territoriali per l’handicap e predisporre un quadro completo delle scuole degli ambiti territoriali; assegnare le risorse e monitorare le attività svolte;
  3. Elaborare e sottoscrivere Intese interistituzionali provinciali;
  4. Istituire corsi di informazione/formazione minima di base per i docenti non specializzati, agenti sul sostegno senza esperienza nel settore;
  5. Promuovere corsi di formazione per docenti di sostegno, organizzati dalle scuole, da reti di scuole, da enti e associazioni accreditate, dall’Ufficio Integrazione dell’USP;
  6. Dare informazione ai dirigenti scolastici sulle procedure delle segnalazioni degli alunni, sulla amministrazione/gestione dei posti di sostegno e sui rapporti interistituzioni;
  7. Sviluppare ulteriormente l’informatizzazione della raccolta dati e delle procedure di organizzazione e gestione dell’organico di sostegno, rendendo sempre più strutturato il data base acquisito, sfruttandone al meglio le potenzialità, semplificando l’azione amministrativa delle scuole e dell’Ufficio;
  8. Promuovere un maggiore raccordo con le Associazioni, perché le risorse umane, professionali e strumentali in loro possesso, possano essere fruibili da parte degli Istituti scolastici;
  9. Sostenere l’attività del Coordinamento regionale per il necessario raccordo interprovinciale finalizzato a: elaborazione condivisa dei criteri per la definizione dell’organico di sostegno/concertazione di iniziative di respiro regionale/scambio di dati/conoscenza di progetti significativi di livello locale e/o provinciale;
  10. Perseguire la conoscenza approfondita delle migliori pratiche per l’integrazione degli alunni disabili, soprattutto di quelle realizzate  attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie.


Scarica la relazione: Relazione annuale.doc