Salviamo la scuola. L’impegno di tutti per il futuro del paese

aimc,docenti,dirigenti scolastici,scuola,congresso regionale lombardia,congresso nazionale aimcDomenica 10 novembre l’Associazione Italiana Maestri Cattolici della Regiona Lombardia celebrerà il Congresso Regionale dal tittolo: Salviamo la scuola. L’impegno di tutti per il futuro del paese.


Sarà presente il nuovo Assistente Nazionale AIMC Padre Salvatore Currò e la Vicepresidente Nazionale Fiorella Magnani.


L’avvio dei lavori è previsto alle ore 9.30 con l’intervento dell’Assistente Nazionale sul tema congressuale e la relazione della Presidente Regionale Disma Vezzosi.


Nel pomeriggio oltre all’intervento della Vicepresidente nazionale si terrano le votazione per il rinnovo dei membri del Consiglio Regionale e l’elezione del Presidente regionale.


Il Congresso Regionale costituisce un’importante tappa di avvicinamento al Congresso nazionale che si terrà a Roma dal 3 al 5 gennaio 2014.


Tutti i docenti e i dirigenti della scuola lombarda sono invitati.


Nello specifico il XX Congresso nazionale dell’AIMC sin dal titolo evidenzia una necessità: SALVIAMO LA SCUOLA. Si tratta di un’azione complessa perché si confronta con diverse interpretazioni della situazione esistente, caratterizzata da un continuo divenire in cui convivono aspetti che, ad alcuni appaiono più problematici, mentre per altri sono più promettenti.


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Il sottotitolo del XX Congresso afferma la necessità di una collaborazione condivisa, quasi a rimarcare che la scuola è bene di tutti e che, al suo interno, nell’identità dei ruoli e nella loro reciprocità, è possibile maturare e vivere atteggiamenti e azioni che esprimono il senso della responsabilità, della cittadinanza e della democrazia che, a loro volta, sostengono il vivere di una comunità educante e di un Paese.

Il riferimento al Paese conferma alla scuola una posizione di valore.
La più ovvia deriva dal fatto che, accompagnando la crescita delle nuove generazioni, la scuola contribuisce a garantire il divenire della comunità sociale. Contemporaneamente, l’orientare l’impegno al Paese per accompagnarlo nel suo futuro porta a interrogarsi e a individuare gli elementi significativi che lo caratterizzano, sui quali occorre fare perno per il suo rinnovamento.
Su quest’orizzonte si collocano questioni di fondo che il tema pone al dibattito precongressuale nelle realtà territoriali associative – quale scuola, quale Paese, quale rapporto scuola/Paese – e altre
più orientate alla concretezza – quale impegno, quali soggetti, quali compiti e responsabilità? –.
Nell’avviare i lavori precongressuali, sembra importante riflettere sull’atteggiamento da assumere: collocarci in linea di continuità con la storia associativa passata, nel darle valore, presenta il rischio di rendere faticoso volgere lo sguardo al domani. La scelta di proporre di “salvare la scuola” nella prospettiva del futuro del Paese, evitando la tentazione di un ritorno al passato, inserisce la riflessione nella dinamica del divenire, che porta a considerare l’esistente e i processi di cambiamento che lo caratterizzano.
La spinta al rinnovamento, a volte, s’impone in maniera urgente e necessaria ed è espressa con parole forti (rottamazione, piazza pulita, tutti a casa!…); altre volte si presenta con modalità meno evidenti ma, ugualmente, modifica atteggiamenti e comportamenti; altre volte, coinvolge la dimensione più intima, il cuore e la coscienza di ciascuno ed è espressa nei termini della conversione, come prospettiva del volgersi verso qualcosa d’altro.
In passato, spesso tale spinta ha portato a privilegiare l’uso di schemi antitetici, quali vecchio-nuovo, bene-male, meglio-peggio, positivo- negativo…, costringendo a scelte alternative. Oggi, la possibilità del confronto è molto più aperta e chiede di oltrepassare la logica della contrapposizione. In altre parole, si può dire che una delle difficoltà del tempo presente sta nel fatto che, in assenza di punti condivisi
da cui partire, il cambiamento si pone più come prospettiva che va conosciuta nel suo irrompere nella vita quotidiana e gestita con responsabilità nel suo costruirsi.

Ci sostiene un valore forte che, pur non essendo espressamente dichiarato nel titolo del XX Congresso nazionale, tiene insieme il tutto: la persona.

La scuola è luogo di incontro, di relazioni e di crescita delle persone mediante la cultura.

L’impegno di tutti coinvolge le persone, come singoli e come gruppi.

Il Paese è il contesto in cui le persone realizzano in senso pieno la propria vita e che ha la responsabilità di favorire questo processo per ciascuno.

La persona, la sua formazione come uomo e cittadino, è il fine della scuola che motiva l’agire quotidiano. Per i laici impegnati nella realtà temporale, la persona è immagine di Dio, espressione del suo amore e orienta il nostro “operare in solidarietà nella scuola e nella società secondo i principi del Vangelo” (Statuto, art. 1).

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La tradizione della fede e il riscatto dell’educazione

pierangelo sequeri,scuola,insegnamento,docenti,dirigenti scolastici,associazione,aimc,chiesa,educazione,fede«A noi cristiani è rimasto un unico segmento di iniziazione, la scuola. Non siamo più in grado di affrontare i nostri figli, ma essi vanno affrontati, ed è il nostro lavoro per onorare la serietà di quello che abbiamo loro consegnato. E non siamo neppure più in grado di proteggerli, eppure dobbiamo proteggerli. Ora, il segmento scolastico è l’unico punto di iniziazione che ci è rimasto, ed è strategico. In esso il cattolicesimo deve porre i migliori. I ragazzi non lo ammetteranno mai, ma se incontrano un insegnante competente e creativo, attraverso qualsiasi materia scolastica si potrà introdurre il giovane nell’umanità del mondo, persino nello Spirito Creatore del mondo. I ragazzi non aspettano altro, anche quelli che giudichiamo molto distanti. Nel segmento scolastico bisogna però inserire i migliori, allenarli affinché diventino professori di scuola e di università. Bisogna rinforzare il segmento scolastico perché è più strategico di quello del divertimento e del tempo libero. L’impianto disciplinare costringe in qualche modo ad occuparsi dell’oggetto e non di sé. Gli oggetti della vita e del pensiero sono straordinari, per essi necessita un autentico innamoramento e questo è un enorme antidoto. Là dove la scuola possiede tale forza, la pervasività del sistema viene arginata. Solo in questo modo si può incrinare il suo potente sistema omologatore. Bisogna invadere l’istituzione pubblica con alta qualità individuale. Oggi conta l’autorevolezza del singolo. È necessaria una grande passione educativa, e in questo settore abbiamo delle concrete possibilità. I migliori vanno assegnati a questo obiettivo a breve termine. Questo, lo ripeto, è un elemento strategico perfettamente compatibile con il progetto cristiano, perché è ancora in grado di resistere a quell’effetto di omologazione che, se non contrastato, è destinato ad invaderci quasi senza accorgercene. La considero una sfida appassionante, genuinamente cristiana e cattolica, perfettamente allineata a quella tradizione del cattolicesimo che non ha mai snobbato l’istituzione e che da sempre sa che la grazia e l’istituzione operano insieme. La grazia produce entusiasmo, ma il lavoro si può portare a compimento unicamente intrecciando l’operato delle due componenti atte a generare il successo» .


Pierangelo SEQUERI, La tradizione della fede e il riscatto dell’educazione, in A. BOZZOLO – R. CARELLI (ed.), Evangelizzazione e educazione, 452-462: 461.

«Negli ultimi tempi, noi stessi abbiamo mancato di rigore e di slancio, in contrasto con la grande tradizione europea, e anche italiana, di insegnanti cristiani di personalità solida, passione educativa e competenza impeccabile. La scuola è l’unico segmento istituzionale di iniziazione ad un umanesimo condiviso che sia rimasto. Tutto il resto è “fai da te”, peer group, media-video. È un nodo strategico e i ragazzi, sfiduciati e sfilacciati come sono, si aspettano moltissimo: non appena compare un insegnante come si deve, la polarizzazione è altissima, imprevedibile, commovente. […] Nella scuola dobbiamo mandarci i migliori che abbiamo: non venditori o rappresentanti di immaginette e slogan, ma gente che domina il sapere e ha passione per servire lo spirito. E dobbiamo sostenere questi. E sostenere questo. Non sono la predichetta furba o il giovanilismo mistico che fanno la differenza. Un insegnante, di qualsiasi disciplina, ti può cambiare la vita spiegandoti il corso di un fiume. Non è l’apologetica della religione, il punto. È l’apologetica del sapere, del pensare, del lavoro della mente e del coinvolgimento delle passioni dello spirito che ti cambia la vita. I ragazzi lo sanno, infallibilmente, per istinto. Gli adulti ci credono poco. E al fatto che possa accadere ai ragazzi, non credono per niente. Questo li indebolisce: la parte pavida e parassita dell’adolescenza è incoraggiata a prendere il sopravvento. I ragazzi, aizzati dagli adulti all’opportunismo più redditizio possibile, cedono ad essa. Ma ci disprezzano per questo» .


Pierangelo SEQUERI, Intorno a Dio. Intervista di Isabella Guanzini, La Scuola, Brescia 2010, 26-27.

L’impegno degli insegnanti per il futuro del Paese

Diapositiva1.JPGEleonora Mosti, Segretaria Nazionale AIMC

            Il prossimo 5 ottobre 2013, tutta l’AIMC sarà impegnata nella realizzazione della manifestazione Cento piazze, giunta alla sua IV Edizione per celebrare la Giornata mondiale dell’insegnante.

            Il tema scelto quest’anno “L’impegno degli insegnanti per il futuro del Paese”, si pone un triplice intento:

– evidenziare la complessità della professione docente. Gli insegnanti non sono soltanto “mediatori” di un programma da svolgere, ma sono professionisti che, ogni giorno, nella scuola hanno a che fare con una realtà complessa e, insieme ad altri soggetti, impegnati direttamente e indirettamente nell’educazione delle giovani generazioni, costruiscono il futuro del Paese;

– esortare gli insegnanti a non rinunciare all’impegno. Chi sceglie di essere docente sceglie non solo di svolgere un mestiere, ma svolge una professione che impegna quotidianamente a formare persone, i cittadini di domani, pur nella complessità dei contesti, delle condizioni e delle situazioni di difficoltà in cui si opera;

– essere consapevoli che senza la scuola il Paese non ha futuro. La politica, le parti sociali, il mondo dell’associazionismo professionale e sociale, la Chiesa e, anche, ogni singolo cittadino non possono sperare in un futuro migliore per il nostro Paese mortificando la scuola, l’educazione, l’istruzione, la formazione a qualunque età. Riposizionare la scuola e l’educazione al centro degli obiettivi strategici del nostro Paese deve essere l’imperativo di tutti.

            Anche quest’anno, l’AIMC, in collaborazione con l’UNESCO, l’UNESU-CEI, la Fondazione AIMC onlus e l’ECOGESES, celebrerà la Giornata mondiale degli insegnanti, cercando di gettare lo sguardo al di sopra delle parole, tanto spesso solo ripetute e poco agite, puntando sulla responsabilità di ognuno a riflettere insieme, formulare proposte concrete e impegnarsi fattivamente per e nella scuola.

 Scarica locandina da appendere a scuola

Libertà di insegnamento, libertà educativa delle famiglie, diritto all’apprendimento degli allievi

diocesi.pngLa Curia Arcivescovile di Milano, Settore per l’evangelizzazione e i sacramenti, Servizio per l’IRC e per la Pastorale Scolastica,  unitamente a AGESC, AGE, AIMC, AMISM, CdO Opere Educative-FOE, FIDAE, FISM, UCIIM, DIESSE, COMITATO POLITICO, organizza il Seminario “Libertà di insegnamento, libertà educativa delle famiglie, diritto all’apprendimento degli allievi” (art 21, comma 9 della legge 59 del 1997) per Sabato 25 maggio 2013, dalle 9.00 alle 13.00 presso Istituto Marcelline, Via Quadronno, 15 (Milano).

Interverranno l’Assessore all’Istruzione, Formazione e Lavoro della Regione Lombardia, Onorevole Valentina Aprea e il Direttore Generale USRL Dott. Francesco De Sanctis

Programma

Ore 9.00 Saluti istituzionali:
Assessore all’Istruzione, Formazione e Lavoro Regione Lombardia, Onorevole Valentina Aprea
Direttore Generale USRL Dott. Francesco De Sanctis

Ore 9.45: Il sistema scolastico nazionale italiano e il sistema scolastico europeo SSNI SSUE a confronto. Percorso storico-sociale, giuridico-comparativo del Sistema Scolastico Nazionale Italiano in Europa
Relatori: Anna Monia Alfieri e dott.ssa Maria Chiara Parola

Ore 10.30 Tavola Rotonda: Dagli Stati Generali (3/4 Maggio, Roma): quale cultura della parità?              AGESC, AGE, AIMC, AMISM, CdO Opere Educative-FOE,
FIDAE, FISM, UCIIM, DIESSE, COMITATO POLITICO a confronto

Ore 11.30 Dibattito con interventi e confronti in aula

Ore 13.00 Conclusioni

 

Volantino

Sulla scuola non ci si può dividere

 

L’Associazione Italiana Maestri Cattolici (AIMC) esprime forte preoccupazione per il clima di contrapposizione che ha ispirato e accompagna l’ormai prossimo appuntamento referendario comunale della città di Bologna di fine maggio. Alla base dell’istanza del comitato promotore vi è una posizione che, a giudizio dell’Associa-zione, risente di un’evidente, malcelata e antistorica deriva ideologica, che interpreta in “laicite” il giusto e irrinunciabile principio di “laicità” della Repubblica che caratterizza la nostra Carta costituzionale.
Il quesito referendario sembra non tenere conto dell’evoluzione normativa nel nostro Paese e di concreti e inconfutabili dati di realtà. Contrapporre scuola statale e paritaria comunale a scuola paritaria privata significa non aver metabolizzato adeguatamente il dettato della Legge 62/2000, ulteriormente ribadito nelle recenti Indicazioni nazionali per il curricolo. Una norma “laica” che riconosce la funzione pubblica dell’istituzione scolastica a prescindere dall’ente gestore (Stato, Comune, privato). Un principio che pone al centro non “il chi fa”, ma il “per chi si fa” scuola: il bambino.
Ciascun soggetto in formazione ha il diritto costituzionale ad avere un’istituzio-ne scolastica che lo accolga e lo accompagni nel percorso di crescita e di umanizzazione. È importante poter contare su una scuola vera e di qualità. I dati confermano che, senza le migliaia di scuole paritarie, la Repubblica non potrebbe ottemperare al proprio mandato di occuparsi di tutti senza dimenticarne qualcuno, anzi molti. Lo sviluppo del sistema pubblico integrato garantisce la possibilità di andare incontro alle esigenze delle famiglie nel rispetto della libertà di scelta educativa. La mancata generalizzazione della scuola dell’infanzia dipende dall’atavica mancanza di fondi, oltre che da volontà politica e, non certo, dalla presenza delle scuole non statali.
L’AIMC richiama tutte le forze e i soggetti in campo a riflettere sulla necessità di non considerare la Scuola terreno di divisione, ma di unione, non campo di battaglia ideologico, ma free zone di collaborazione, non istituzione su cui si fanno i conti, ma su cui si conta per il futuro e la crescita dell’Italia. Il momento storico, proprio perché fortemente condizionato dalla crisi economica, chiama a responsabilità e a considerare la scuola di tutti e per tutti e, proprio per questo, bene pubblico da difendere e promuovere.

La presidenza nazionale AIMC

Roma, 16 maggio 2013