Rassegna Stampa: Decreto sulla valutazione dei docenti

Tutto scuola.com


Pd “Il ministro impone con decreto la valutazione dei docenti”

Sul giallo del decreto sulla valutazione dei docenti, il cui testo in bozza avrebbe dovuto essere consegnato nei giorni scorsi ai sindacati di categoria dopo che varie versioni erano state riportate su alcuni siti web, si inserisce ora anche una dura dichiarazione della responsabile scuola del PD, Francesca Puglisi.

La Puglisi, come altri commentatori, non fa riferimento alla norma contenuta nel decreto legislativo 150 del novembre 2009 che prevede, anche per la scuola, la valutazione dei dipendenti, ma motiva le ragioni del decreto “fantasma” alla attuale crisi di adesione ai progetti di sperimentazione della premialità registrata in quasi tutte le città coinvolte.

“Siccome non li ha convinti – dichiara la Puglisi – ora prova a obbligarli. È il metodo del ministro Gelmini che, priva di autorevolezza, tenta di far valere la sua autorità sulla questione della valutazione dei docenti. Il percorso di sperimentazione del modello di valutazione voluto dal Governo rischia di fallire, perché bocciato dal mondo della scuola per mancanza di fiducia verso un ministro che ha saputo solo denigrare docenti, personale della scuola e studenti.

La responsabile scuola del PD, nel riferire del decreto sulla valutazione dei docenti, teme che “la Gelmini imporrà un modello di valutazione senza alcun confronto col mondo della scuola, con le parti sociali, con tutte le forze politiche” e per questo la Puglisi auspica una interrogazione parlamentare urgente affinché il ministro spieghi cosa sta accadendo.

FLC CGIL


Valutazione docenti: Firmato il decreto applicativo


Il testo del decreto, di cui diamo una anticipazione, è formato da 16 articoli. Si potrà premiare non più del 75% dei docenti in servizio e sarà vietata la distribuzione “a pioggia”. Sui siti delle scuole dovranno essere pubblicati nomi, curricoli e premi assegnati
01/02/2011
Decrease text size Increase text size

Reginaldo Palermo

La bocciatura del progetto di sperimentazione sulla valutazione dei docenti ha già avuto un primo risultato: i ministri Gelmini, Brunetta e Tremonti hanno deciso di rompere gli indugi ed hanno già predisposto il testo di decreto applicativo a cui manca ormai soltanto il via libera del Consiglio dei Ministri per diventare operativo.
Il decreto (13 pagine in tutto) si compone di 16 articoli: i primi 3 sono dedicati a delineare i caratteri generali del provvedimento (oggetto e finalità, principi generali, merito e premi); i successivi 6 articoli affrontano i diversi aspetti del sistema “premiale” nelle istituzioni scolastiche del primo e del secondo ciclo di istruzione.
Quattro articoli sono dedicati all’Afam e altri 3 agli enti di ricerca.
L’articolo 3 del provvedimento non lascia spazio a discussioni; il secondo comma recita infatti: “E’ vietata la distribuzione in maniera indifferenziata o sulla base di automatismi e premi collegati alla performance in assenza delle verifiche e attestazioni sui sistemi di misurazione e valutazione adottati ai sensi del decreto legislativo n. 150 del 2009, secondo le modalità di applicazione del presente decreto”.
L’articolo 8 (Trasparenza) impone alle scuole di pubblicare sui propri siti internet tutti i dati relativi al ciclo della performance (l’ammontare complessivo dei premi collegati alla performance stanziati e l’ammontare dei premi effettivamente distribuiti al personale, analisi dei dati relativi al grado di differenziazione nell’utilizzo della premialità del personale, nonché i curricoli dei titolari di posizioni organizzative, incarichi retribuiti e non retribuiti conferiti a dipendenti pubblici e soggetti privati).
Lo stesso articolo precisa che la mancata pubblicazione di tali dati preclude l’erogazione della retribuzione di risultato al dirigente scolastico della scuola inadempiente.
L’articolo 9 chiarisce poi che i premi potranno essere assegnati ad una fascia di insegnanti che non potrà comunque superare il 75% del totale dei docenti in servizio nella scuola.
L’intero sistema potrà entrare in vigore solo dopo che il Ministero dell’Istruzione avrà provveduto ad emanare un apposito provvedimento con il quale dovranno essere
individuati “le fasi, i tempi, le modalità, i soggetti e le responsabilità del processo di misurazione e valutazione della performance, nonché le modalità di monitoraggio e verifica dell’andamento della performance”.
Il provvedimento non parla del personale Ata per il quale le norme contenute nel “decreto Brunetta” avrebbero dovuto essere recepite già quest’anno nei contratti di istituto.
Il testo del decreto è stato consegnato nel pomeriggio del 31 gennaio alle organizzazioni sindacali che per il momento non hanno ancora commentato il documento.


Tecnica della Scuola – Quotidiano della Scuola on-line


Valutazione docenti: firmato il decreto applicativo

di Reginaldo Palermo

31/01/2011


Il testo del decreto, di cui diamo una anticipazione, è formato da 16 articoli. Si potrà premiare non più del 75% dei docenti in servizio e sarà vietata la distribuzione “a pioggia”. Sui siti delle scuole dovranno essere pubblicati nomi, curricoli e premi assegnati.
La bocciatura del progetto di sperimentazione sulla valutazione dei docenti ha già avuto un primo risultato: i ministri Gelmini, Brunetta e Tremonti hanno deciso di rompere gli indugi ed hanno già predisposto il testo di decreto applicativo a cui manca ormai soltanto il via libera del Consiglio dei Ministri per diventare operativo.
Il decreto (13 pagine in tutto) si compone di 16 articoli: i primi 3 sono dedicati a delineare i caratteri generali del provvedimento (oggetto e finalità, principi generali, merito e premi); i successivi 6 articoli affrontano i diversi aspetti del sistema “premiale” nelle istituzioni scolastiche del primo e del secondo ciclo di istruzione.
Quattro articoli sono dedicati all’Afam e altri 3 agli enti di ricerca.
L’articolo 3 del provvedimento non lascia spazio a discussioni; il secondo comma recita infatti: “E’ vietata la distribuzione in maniera indifferenziata o sulla base di automatismi e premi collegati alla performance in assenza delle verifiche e attestazioni sui sistemi di misurazione e valutazione adottati ai sensi del decreto legislativo n. 150 del 2009, secondo le modalità di applicazione del presente decreto”.
L’articolo 8 (Trasparenza) impone alle scuole di pubblicare sui propri siti internet tutti i dati relativi al ciclo della performance (l’ammontare complessivo dei premi collegati alla performance stanziati e l’ammontare dei premi effettivamente distribuiti al personale, analisi dei dati relativi al grado di differenziazione nell’utilizzo della premialità del personale, nonché i curricoli dei titolari di posizioni organizzative, incarichi retribuiti e non retribuiti conferiti a dipendenti pubblici e soggetti privati).
Lo stesso articolo precisa che la mancata pubblicazione di tali dati preclude l’erogazione della retribuzione di risultato al dirigente scolastico della scuola inadempiente.
L’articolo 9 chiarisce poi che i premi potranno essere assegnati ad una fascia di insegnanti che non potrà comunque superare il 75% del totale dei docenti in servizio nella scuola.
L’intero sistema potrà entrare in vigore solo dopo che il Ministero dell’Istruzione avrà provveduto ad emanare un apposito provvedimento con il quale dovranno essere
individuati “le fasi, i tempi, le modalità, i soggetti e le responsabilità del processo di misurazione e valutazione della performance, nonché le modalità di monitoraggio e verifica dell’andamento della performance”.
Il provvedimento non parla del personale Ata per il quale le norme contenute nel “decreto Brunetta” avrebbero dovuto essere recepite già quest’anno nei contratti di istituto.
Il testo del decreto è stato illustrato nel pomeriggio del 31 gennaio alle organizzazioni sindacali che per il momento non hanno ancora commentato il documento.

Il Cittadino il quotidiano on-line di Monza e Brianza


Scuola, Pd: Pronto colpo di mano Gelmini su valutazioni docenti

* 1 febbraio 2011
* apcom

Scuola, Pd: Pronto colpo di mano Gelmini su valutazioni docenti Sarebbe in preparazione decreto per modello giudizio ‘dall’alto’

Roma, 1 feb. (TMNews) – Il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini avrebbe pronto un decreto “per imporre un modello di valutazione dei docenti senza un confronto con il mondo della scuola”. Lo denuncia il Pd, parlando di “tentativo di colpo di mano” da parte del Governo. “Siccome non li ha convinti, ora prova a obbligarli. E’ il metodo del ministro Gelmini che, priva di autorevolezza – afferma la responsabile scuola del Pd Francesca Puglisi tenta di far valere la sua autorità sulla questione della valutazione dei docenti. Il percorso di sperimentazione del modello di valutazione voluto dal Governo rischia di fallire, perché bocciato dal mondo della scuola per mancanza di fiducia verso un ministro che ha saputo solo denigrare docenti, personale della scuola e studenti. E poiché le scuole italiane non aderiscono alla sperimentazione, si diffonde la notizia che sarebbe già pronto un decreto con cui Gelmini imporrà un modello di valutazione senza alcun confronto col mondo della scuola, con le parti sociali, con tutte le forze politiche. Se così fosse sarebbe un comportamento grave”.


Virgilio Notizie

Premi prof, pronto decreto stop assegnazioni a…
Presidi dovranno pubblicare on line budget e incarichi assegnati

Roma, 1 feb. (TMNews) – L’articolo 3 del provvedimento manderebbe in archivio gli attuali aumenti automatici di stipendio: ‘E’ vietata la distribuzione in maniera indifferenziata o sulla base di automatismi e premi collegati alla performance in assenza delle verifiche e attestazioni sui sistemi di misurazione e valutazione adottati ai sensi del decreto legislativo n. 150 del 2009, secondo le modalità di applicazione del presente decreto’. L’articolo 9 chiarisce, inoltre, che i premi potranno essere assegnati ad una fascia di insegnanti che non potrà comunque superare il 75% del totale dei docenti in servizio nella scuola.

Il periodico di scuola ed istruzione aggiunge che l’articolo 8 del decreto interministeriale (dedicato alla ‘trasparenza’) “impone alle scuole di pubblicare sui propri siti internet tutti i dati relativi al ciclo della performance (l’ammontare complessivo dei premi collegati alla performance stanziati e l’ammontare dei premi effettivamente distribuiti al personale, analisi dei dati relativi al grado di differenziazione nell’utilizzo della premialità del personale, nonché i curricula dei titolari di posizioni organizzative, incarichi retribuiti e non retribuiti conferiti a dipendenti pubblici e soggetti privati). Lo stesso articolo precisa che la mancata pubblicazione di tali dati preclude l’erogazione della retribuzione di risultato al dirigente scolastico della scuola inadempiente”.

Il nuovo modello ‘premiante’ potrà entrare in vigore solo dopo che il Miur avrà provveduto ad emanare un provvedimento ad hoc, attraverso cui verranno individuate ‘le fasi, i tempi, le modalità, i soggetti e le responsabilità del processo di misurazione e valutazione della performance, nonché le modalità di monitoraggio e verifica dell’andamento della performance’.

Valutazione scuola e docenti

giuseppe.jpgPubblichiamo l’intervento del Presidente Nazionale AIMC, Giuseppe Desideri apparso su TuttoscuolaFOCUS N. 363/472 del 23 gennaio 2011 in merito alla sperimentazione MIUR sulla valutazione dei docenti:


Valutazione scuole e docenti/1: modesta proposta per una grande questione

A volte le cose nate con le migliori intenzioni possono non raggiungere lo scopo per cui sono attivate. Come si rischia nel caso dei progetti sperimentali “per la valutazione delle scuole” e “per premiare gli insegnanti che si distinguono per un generale apprezzamento professionale all’interno della scuola”, che dovrebbero essere attivati in quest’anno scolastico. Il primo progetto nelle province di Pisa, Siracusa e Cagliari, il secondo a Torino, Napoli e Milano.

L’annuncio dei progetti, con il quale si promettono alle ”scuole migliori” un finanziamento supplementare di 70mila euro ed ai “professori più meritevoli” una quattordicesima mensilità, ha se non altro avuto il merito di aprire un largo dibattito sull’istituto della valutazione. Sono stati già molti gli interventi (Ribolzi, Cominelli, Ichino, Comensoli, Israel, Bachelet, Foschi, Pellegatta ed altri), le diverse posizioni, i dubbi e le proposte, che comunque si collocano in una cornice di concordia sulla necessità di una seria valutazione del sistema educativo.

L’argomento scotta ed è oggettivamente difficile trovare una soluzione convincente. Da un lato non pare possibile misurare, in qualità e quantità, in modo affidabile il lavoro di ciascun insegnante, dall’altro non si può trascurare che una fascia ristretta di insegnanti identificati e percepiti come i più bravi creerebbe difficoltà nella gestione della scuola: i “buoni docenti”  e le “scuole migliori” sarebbero sommersi dalle domande d’iscrizione. E quelli che non troveranno posto? Nessun genitore accetterebbe di affidare il figlio ad una scuola o ad un insegnante valutati negativamente. Come ha dichiarato a Tuttoscuola Giuseppe Desideri, presidente dell’associazione professionale dei maestri cattolici (AIMC), “anche se in linea di principio è lo sforzo individuale che andrebbe premiato, non può essere ignorato che nessun sistema di valutazione degli insegnanti e della scuola può essere avviato con successo se non vengono rifondate le basi del livello di professionalità dei docenti in servizio”.

Valutazione scuole e docenti/2: inizia col piede giusto?

Per questo, ha aggiunto il presidente dell’Aimc, “servirebbe riservare più attenzione alla condizione degli insegnanti nell’ottica della rivalutazione della funzione docente con una robusta formazione in servizio. Questa è la leva che va utilizzata per orientare, motivare e incentivare a fare bene il proprio lavoro e le proprie attività, per promuovere la collaborazione tra pari in un clima di stima reciproca in base ad obiettivi collettivi e condivisi, per migliorare il livello di funzionamento qualitativo del sistema educativo”.

Una  prospettiva che arriva al cuore del problema, che sfida la credibilità della politica, che sollecita il Governo a puntare su politiche di formazione in servizio di tutto il personale della scuola.

Questo significherebbe dare fiducia al corpo docente, sostenerne l’aggregazione professionale, ritenere che a muovere il processo di miglioramento della qualità degli esiti formativi non possano che essere le persone, la loro motivazione e volontà, la quale prima di essere professionale è data da tensione sociale, dalla convinzione che si lavora non solo per i “soldi” ma per un fine più alto.  Solo così i docenti potranno sentirsi protagonisti della loro vicenda professionale, essere messi in grado di insegnare efficacemente e di diventare, appunto, meritevoli.

Invitiamo i nostri lettori a inviare i loro commenti.


tutto scuola.jpg

Valutare gli insegnanti: un progetto sperimentale.

Anche-gli-insegnanti-hanno-il-loro-giorno!_foto_blogpost.jpgLo scorso 18 novembre il Ministro Gelmini ha presentato la proposta di due progetti sperimentali  di valutazione formulata dal Comitato Tecnico Scientifico istituto presso il MIUR con funzioni di consulenza ed indirizzo del quale fanno parte esperti esterni in tema di valutazione e di scuola, con l’obiettivo di indicare linee strategiche per la costruzione di un sistema nazionale di valutazione e di miglioramento dell’attività didattica. Il primo progetto si rivolge alla valutazione delle scuole, il secondo individuare criteri, metodologie e competenze sulla base di un generale apprezzamento professionale all’interno di una scuola per valorizzarne il merito e migliorare, quindi la qualità del sistema scolastico. 

Se il primo si inserisce in un filone valutativo ormai ricco di esperienze, di modelli e di pratiche scolastiche che possiamo definire consolidate, l’introduzione di sistemi di misurazione della perfomance del personale docente, al fine di riconoscere e premiare il merito costituisce un filone di significativa novità che tocca la sensibilità non solo delle persone che verranno coinvolte, ma di tutti i docenti che operano nelle scuole italiane.

Certamente l’introduzione di sistemi di misurazione delle performance dei docenti si colloca nell’ambito dei migliori orientamenti della ricerca valutativa perché si prefigge di articolarsi su percorsi di miglioramento dell’azione d’insegnamento e sull’assunzione di abiti di auto-valutazione orientati alla cura del sé professionale con l’intento di mettere a punto protocolli di misurazione e valutazione sul campo utili a riconoscere e premiare la professionalità. 
La necessità di delineare strumenti in grado di contestualizzare processi valutativi per trovare in ogni scuola la presenza di insegnanti meritevoli ha come obiettivi correlati, nel medio e nel lungo termine, quelli di individuare docenti considerati in posizione favorevole per promozioni nell’ottica di una riforma della carriera e di creare le condizione per rendere attraente la professione docente ai migliori laureati.

Il Progetto di sperimentazione è stato esteso anche agli Istitutti Scolastici di Milano e Provincia, dopo aver coinvolto le città di Napoli e Torino. Infatti Lunedì 13 gennaio l’Ufficio Scolastico Territoriale di Milano ha convocato una riunione dei Dirigenti Scolastici della Città di Milano e Provincia, alla presenza del Direttore Regionale Dott. Giuseppe Colosio e del Capo di Dipartimento del MIUR Dott. Giovanni Biondi, in cui sono stati illustrati gli aspetti salienti della sperimentazione e le modalità di accesso che dovranno coinvolgere necessariamente i Collegi Docenti. Gli Istituti Scolastici che vogliono aderire devono presentare loro candidatura entro il 7 febbraio p.v..

L’AIMC invita i lettori a inviare il proprio commento in merito alla sperimentazione che è illustrata nell’allegato.

Progetto di sperimentazione: proposta-di-progetto-sperimentale-per-la-valutazione-dei-singoli-insegnanti-18-novembre-2010.pdf

I commenti della delegazione ambrosiana alla Settimana Sociale

settimane sociali.jpgPubblichiamo il commento di don Davide Milani apparso sul Portale della Diocesi di Milano a commento dei lavori della 46° settimana Sociale dei Cattolici Italiani a Reggio Calabria svoltasi dal 14 al 17 ottobre, segnalandovi che sul sito www.settimanesociali.it sono disponibili gli interventi.


Voci ambrosiane dalla “Settimana”
I commenti e le testimonianze dei componenti della delegazione ambrosiana che sta vivendo a Reggio Calabria l’esperienza della 46esima “Settimana sociale dei cattolici italiani”.

di Don Davide Milani

Dal pomeriggio del secondo giorno sono diventati loro – i 1200 delegati provenienti da tutta Italia – i protagonisti della 46 edizione della “Settimana sociale dei cattolici italiani”. Un protagonismo nei fatti: per due sessioni di lavoro si sono alternati in centinaia per condividere le proprie idee, le proposte, le suggestioni, le riflessioni, le indicazioni concrete, le esperienze. Una ricchezza unica di cui la Chiesa italiana dovrà e saprà fare tesoro. Gli interventi che copiosamente si sono succeduti nelle cinque aree nelle quali le riflessioni del primo giorno hanno trovato concretezza hanno infatti offerto preziosi contributi per comporre l’Agenda di speranza, sintesi finale della “Settimana”.
“Il cardinale Angelo Bagnasco nella sua prolusione ha mantenuto un profilo alto, richiamando il magistero e le questioni decisive poste da Benedetto XVI con il suo messaggio” spiega don Walter Magnoni, collaboratore del Vicariato per la Vita Sociale della Diocesi di Milano. Tanti i temi d’attualità portati al centro dell’attenzione in questa “Settimana sociale”, ma tutti “fatti discendere e collegati al tema della difesa vita”.
Don Walter ritiene strategico il tema analizzato da diverse relazioni: il federalismo. “Lanciato con forza dal professor Diotallevi, questo tema – sempre declinato nella forma del federalismo solidale – è stato ripreso con forza dal Rettore dell’Università Cattolica Lorenzo Ornaghi, il quale ha ricordato il lavoro iniziato quindici anni fa dalla commissione giustizia e pace della Diocesi di Milano. Tornando a Milano sento forte l’esigenza di continuare e aggiornare questo lavoro”.

Intervenendo nell’area del lavori dedicata al tema “intraprendere” don Walter ha indicato come prioritaria l’esigenza di ripensare il rapporto tra la scuola e il lavoro: “Occorre istituire un sistema di controllo affinché i giovani impegnati nel mondo del lavoro nella forma del tirocinio e dello stage vivano davvero un’esperienza formativa e qualificante senza essere in realtà oggetto di lavoro non qualificato a costo quasi zero per l’azienda”.
Ai lavori sul tema della migrazione e dell’inclusione sociale ha partecipato Paola Pessina, già sindaco di Rho e ora nel Consiglio di Amministrazione del Policlinico di Milano. “Il metodo di lavoro a gruppi è stato estremamente produttivo: insieme, confrontandoci da esperienze diverse abbiamo spinto avanti lo sguardo. Il lavoro collettivo è stato carne e sangue rispetto al quadro disegnato dalle relazioni introduttive”. La riflessione comune ha dato forza e consapevolezza ai delegati della “Settimana” concretamente attivi e protagonisti sul territorio a proposito dei temi discussi sui temi trattati. Come è stato nel confronto sul tema dell’immigrazione: “Partecipando alla discussione ho sperimentato la consapevolezza condivisa di essere davanti ad una frontiera a proposito delle questioni sollevate dalla presenza tra di noi degli immigrati. Come cattolici siamo chiamati ad essere più coraggiosi degli altri. I limiti che riscontriamo oggi al processo di integrazione sono valicabili. E’ ragionevole il discorso sulla sostenibilità dell’immigrazione ma occorre spingersi avanti”.
Dallo stesso gruppo di lavoro giunge la riflessione di Giovanni Giulio Valtolina, docente di Psicologia dello sviluppo interculturale presso l’Università Cattolica di Milano: “Avvertiamo fortemente l’esigenza di sensibilizzare le comunità cristiane sul tema dell’inclusione degli stranieri perché oggi giorno sembra prevalere la paura di chi è portatore di culture, tradizioni, e stili di vita differenti dai nostri. E’ necessità ormai non più procrastinabile quella di impegnarsi in ambito educativo sia nella scuola che nelle nostre comunità cristiane, specie negli oratori”. Importante il ruolo di chi già è attivo in questo ambito – come Caritas e Migrantes – specie per l’opera di insegnamento della lingua Italiana agli stranieri, “condizione primaria senza la quale difficilmente è possibile una reale inclusione” .
A Reggio Calabria ha respirato un clima di serenità e consapevolezza di quanto viene oggi chiesto ai cattolici in politica e nel sociale Gianni Bottalico, presidente Acli della provincia di Milano, Monza e Brianza). “Oggi è chiesto un rinnovato impegno per il bene comune a chi occupa posizioni di responsabilità sia nelle associazioni ecclesiali sia nelle realtà sociali”. I temi più urgenti su cui intervenire per Bottalico sono “il lavoro, la coesione sociale, l’inclusione delle nuove presenze, le grandi riforme istituzionali, il controllo della spesa pubblica e la lotta agli sprechi. Dobbiamo tutti lavorare insieme per risolvere queste emergenze, confrontandoci tra di noi e soprattutto facendo sentire la nostra voce alle istituzioni, locali, regionali e nazionali”.
Più volte a Reggio Calabria è risuonata l’esigenza di formare nuovi politici cristiani: interessante il punto di vista di Gianfranco Castro della segreteria organizzativa della Scuola di formazione politica “Date a Cesare” della Diocesi di Milano, che ha partecipato al gruppo di lavoro su “Completare la transazione istituzionale”.
“L’impressione che ne ho ricavato – spiega Castro – è quella di un gruppo di lavoro forte, motivato coeso, che fa leva sulle esperienze provenienti dai diversi carismi da parte delle varie realtà ecclesiali per contribuire tutti insieme al cambiamento. Fa piacere trovarsi insieme a discutere, colpisce la grande presenza di giovani che sentono forte il richiamo di Bagnasco a mettersi in gioco, ad essere “il sale della terra” entrando direttamente in politica apportando il loro contributo”.
Per Castro i temi emersi più urgenti da affrontare sono stati “il diritto degli elettori di ritornare a scegliere direttamente i propri rappresentanti in Parlamento, una riforma in senso federale dello Stato che sia solidale che combatta gli sprechi e che risponda ai bisogni reali dei territori, la realizzazione di iniziative di formazione della classi dirigente”. Impegnato nell’organizzazione della scuola di formazione politica per i giovani a Milano, Castro è rimasto colpito da molti rappresentanti provenienti da ogni parte d’Italia sia emersa “l’esigenza di creare scuole di formazione politica diocesane, attività che in terra ambrosiana è attiva già da tre anni”.

I Cattolici nell’Italia di oggi: un’agenda di speranza per il futuro del paese

settimane sociali.jpgQuesta settimana, da giovedì 14 ottobre a domenica 17 ottobre, si terrà a Reggio Calabria la 46° Settimana Sociale dei Cattolici Italiani presso il Teatro comunale “Francesco Cilea” di Reggio Calabria con il saluto di S.E. Mons. Vittorio Luigi Mondello, Arcivescovo di Reggio Calabria-Bova e Presidente della Conferenza Episcopale Calabra, del sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Raffa, del Presidente della Provincia Giuseppe Morabito, del Presidente della Giunta regionale Giuseppe Scopelliti, di S.E. Mons. Giuseppe Bertello, Nunzio Apostolico in Italia. Seguirà l’introduzione di S.E. Mons. Arrigo Miglio, Vescovo di Ivrea e Presidente del Comitato scientifico ed organizzatore delle Settimane Sociali dei Cattolici Italiani.

 

“Logos e agape. Intelligenza della fede e trasformazione della società” è il titolo della Prolusione che S.Em.za Card. Angelo Bagnasco, Arcivescovo di Genova e Presidente della CEI, pronuncerà davanti agli oltre 1200 delegati provenienti da tutte le 227 diocesi italiane.

 

“Il processo, l’agenda e l’attualità” è il titolo dell’intervento che Luca Diotallevi, Vice Presidente del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane Sociali dei Cattolici Italiani, terrà prima della conclusione dei lavori della prima giornata.

Un appuntamento senza dubbio di grande rilievo per il tema che sarà affrontato – il ruolo dei cattolici bell’Italia di oggi -, per il capillare lavoro di coinvolgimento del mondo sociale, politico, ecclesiale, associativo … e per il lugo scelto, la Calabria.

Quando a metà 2008 il Comitato Scientifico e Organizzatore iniziò a lavorare per la preparazione della 46° Settimana Sociale, si rese conto della grande eredità che aveva ricevuto dalla Settimana Sociale del centenario (Pistoia-Pisa, 2007), che aveva richiamato la forza e la piena attualità della nozione di bene comune, maturata nell’esperienza storica dei cattolici e nel Magistero della Chiesa.

Il Documento preparatorio, che è stato elaborato e presentato all’attenzione delle comunità ecclesiali, sel laicato cattolico e dell’opinione pubblica il 1 maggio scorso, nel giorno della Memoria di San Giuseppe LLavoratore, è ricco di riflessioni e di stimoli, che ci intepellano come professionisti di scuola, come educatori, come laici associati.

Il testo del Documento, molto utile per diventare oggetto di lettura e di riflessione ad ogni livello associativo e non, è preceduto dalla presentazione del Presidente del Comitato Scientifico e Organizzatore delle Settimane Sociali dei Cattolici Italiani, S.E. Mons. Arrigo Miglio, e si articola in cinque significativi èunti di attenzione della nozione di bene comune:

– Bene comune globale e questione nazionale;

– Orientarsi al bene comune;

– Declinare il bene comune: un’operazione di discernimento;

– Un’agenda per “riprendere a crescere”;

– Eucaristia e città.

Non un testo, dunque, di sinetsi o di riepilogazione dell’insegnamento della Chiesa e dell’esperienza sociale dei cattolici italiani, bensì “alcune buone ragioni perché proceda l’opera di discernimento necessaria alla declinazione oggi, in Italia, della nozione di bene comune”.


Scarica documento: 46aSettSocDocPrep.pdf

Scarica AIMC-Notes 11: Documento 46° Settimana Sociale.pdf